SE UN ASSESSORE ALLA CULTURA SI PERMETTE DI DILEGGIARE UNA RIFLESSIONE GIORNALISTICA
O non ha letto o non ha capito

Sagra&Profano

L’articolo proposto su Lacerba riguardante la variazione di bilancio per l’evento di Sagra&Profano e i dubbi riguardo l’uso del medesimo logo, copertina e segno della manifestazione interrotta nel 2008, ha destato l’ironia dell’Assessore alla Cultura Luca Pellegrini che, sul suo profilo Facebook, giustamente, intrattiene con boutades e battute, quanto da lui percepito dalle parole dell’articolo.LEGGI

Parole che non criticavano certo l’evento che, non essendosi ancora svolto e non avendo ancora un programma, sarebbe impossibile da recensire. La riflessione riguardava il fatto oggettivo che si sia ripreso il valore semiotico della manifestazione che non potrà essere più quella che è stata. Se l’intento fosse stato quello della ripartenza, allora sarebbe stato opportuno porre prima del marchio, il numero di edizione 15esima? 16esima? 17esima? Potranno anche sembrare quisquilie ma un assessorato alla Cultura dovrebbe anche valutare l’importanza della comunicazione formale che fa parte del marketing relazionale. In particolare quando va a riprendere una manifestazione che contava 30mila presenze. Quindi, sottolineare da parte nostra che, comunque vada, Sagra&Profano sarà una brutta copia, non è nè una critica nè osservazione infelice: è semplicemente un fatto con alto rischio di impatto negativo. Parliamo di epoche diverse, anche legislative e tematiche: vuoi mettere le norme sulla sicurezza di oggi con quelle di allora? Vuoi mettere i temi della sostenibilità e dell’inquinamento che sono diventati una priorità? Vuoi mettere l’autenticità di prodotti tipici ed il controllo della loro filiera? Sono dubbi che saremo felici di fugare e accertare tramite la medesima testata. Dubbi che abbiamo posto, come nesso eziologico, in correlazione con la variazione di bilancio e con l’assenza di pianificazione e programmazione. Diritto di critica, questo sì! 

Sempre sul profilo Facebook l’assessore, poi, compie una giravolta di sgraziato stile mischiando Loreto Conta, gruppo all’opposizione, con Lacerba come se la redazione rispondesse “politicamente”all’Editore e non avesse l’autonomia garantita, come da legge e codici, dalla figura del Direttore. Tutto ciò sotto l’ala dell’arti 21 della Costituzione “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” e rispettando i limiti del diritto di cronaca, in particolare nell’uso di un linguaggio adeguato e rispettoso. Non possiamo dire che ci sia stata riservata la medesima premura.

Noi a leggere quella pagina FB ci siamo divertiti molto, un po’meno a leggere le risposte dell’Assessore: niente di che, solo un accenno di tristezza nel ricordare che il suo dicastero sia quello della Cultura e che lui sia anche il delegato ai Musei Civici. E noi che pensavamo ad una riflessione su significato e significante!  

n.d.r. I commenti che ci definiscono come l’Acerba sono quelli più culturalmente azzeccati: Lacerba deriva dallo scritto di Cecco d’Ascoli L’acerba “O bel paese con li dolci colli, Perché non cognosciti, o genti acerbe. Con l’atti avari invidiosi e folli?Io pur te piango, dolce mio paese, Che non so chi nel mondo te conserbe”.

Per contatti scrivere a info@lacerbaonline.it

LA REDAZIONE

 

 

 

 

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