Tutti a darsi da fare per il risveglio sociale, per la crescita economica e culturale del borgo aprutino, ma una sola associazione, la Proloco, concretamente, va oltre la promozione del territorio. Con i proventi della sua attività interviene per colmare un disagio sociale da tempo denunciato dai tanti pensionati e cittadini assidui frequentatori di Piazza Garibaldi, donando sei nuove panchine che andranno a sostituire quelle rotte.
Un lodevole gesto, quello che tante associazioni, che si sono cimentate o hanno organizzato eventi, in questa afosa estate, beneficiando di agevolazioni (sembra che per la sagra gli operatori commerciali non hanno pagato il suolo pubblico comunale) o nel migliore dei casi di strutture pubbliche, avrebbero dovuto fare.
Ma non possiamo mettere all’indice gli operatori culturali o quelli economici per la mancanza del bel gesto, loro hanno agito come fanno tanti altri, anche in altre realtà comunali, hanno cercato di non rimetterci ma di portare nelle casse delle associazioni, più denaro possibile.
Chi doveva controllare o regolare le vendite, attraverso un regolamento o una convenzione, imponendo prezzi popolari e dare così un servizio al turista o al cittadino che partecipa all’evento, doveva essere chi ha speso soldi pubblici e concesso strutture e spazi comunali per la riuscita delle manifestazioni: l’assessore competente con il supporto della giunta.
Invece la Proloco Aprutina, attuando lo statuto di una vera associazione di promozione sociale, con finalità civiche e solidaristiche, non solo ha pagato il suolo pubblico, almeno così ci risulta, ma con i proventi della manifestazione ha donato alla comunità delle nuove panchine che sostituiranno quelle rotte, permettendo agli anziani e pensionati, tra una chiacchierata e l’altra, di sedere comodamente in Piazza Garibaldi. Giù il cappello.