di Enio Remigio
Massimo Agnellini è un paracadutista di grande talento e determinazione, nato nel 1987 a Città Sant’Angelo. Dopo aver completato gli studi presso il liceo scientifico tecnologico “B. Spaventa”, ha intrapreso la carriera militare nel dicembre del 2006. Parallelamente, ha iniziato a dedicarsi al paracadutismo sportivo, ottenendo importanti successi e qualifiche nel corso degli anni. Dopo essersi trasferito al Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa nel 2008, Massimo ha conseguito il brevetto di paracadutista militare e numerose altre qualifiche, diventando un esperto istruttore di Paracadutismo militare.
Ha fatto il suo esordio nelle competizioni nel 2011 e ha rappresentato la Nazionale Civile e Militare in varie competizioni internazionali, ottenendo importanti risultati. Massimo ha vinto diversi titoli nazionali nella disciplina della Precisione in Atterraggio a squadre tra cui il Campionato Italiano, oltre a svariati podi anche a livello individuale. A livello internazionale, ha conquistato il terzo posto di squadra nella classifica generale della Skydive World Cup Series del 2023 e ha ottenuto numerosi podi nella disciplina del Parachute-Ski. Oltre alla sua carriera sportiva, Massimo ha anche raggiunto importanti traguardi nel paracadutismo civile, diventando Istruttore di Paracadutismo, Pilota Tandem e Jump Master. Ha dimostrato grande versatilità partecipando a titolo personale anche a competizioni di Canopy Piloting e costruendo un percorso professionale di grande successo nel mondo del paracadutismo. Massimo continua a distinguersi per il suo impegno, la sua passione e i suoi risultati straordinari nell’ambito del paracadutismo sportivo, rappresentando un vero e proprio orgoglio per il suo Paese e per la comunità angolana.
Quali sono le principali competenze richieste per diventare un paracadutista acrobatico dell’esercito?
Per diventare un Atleta dell’Esercito Italiano nelle discipline del paracadutismo sportivo il percorso è diverso rispetto altri Centri Sportivi, perché di fatto non esiste un canale diretto con un bando di concorso per titoli sportivi, perché per fare aviolanci da velivoli militari devi prima essere un paracadutista militare a tutti gli effetti. Quindi bisogna prima passare attraverso concorsi ordinari, con la scelta di far parte delle aviotruppe, poi superare il non semplice iter formativo nella Brigata Paracadutisti Folgore e quindi fregiarsi del basco amaranto. Successivamente è richiesta la Licenza di Paracadutismo Sportivo rilasciata dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) che si consegue facendo un corso di paracadutismo in caduta libera nei centri di paracadutismo civili. Dopo di ciò un militare appassionato a queste discipline può tentare le selezioni per il Reparto Attività Sportive. Sicuramente una componente che non può mancare, oltre alla passione, è una mentalità competitiva e agonistica, che in sede di colloquio viene presa in considerazione attraverso i trascorsi sportivi del candidato.
Qual è la tua routine di allenamento per mantenere le tue abilità fisiche e mentali al massimo livello?
Rispondo a questa domanda con una citazione di Pablo Coelho: “Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. È letale”. Diciamo che Per forma mentis un paracadutista militare sa che avere un fisico allenato lo aiuterà a superare tutte le difficoltà a cui l’addestramento lo sottoporrà. Ma soprattutto Per noi atleti risulta fondamentale essere in forma, perché in ogni lancio andiamo incontro a stress fisici e mentali, dall’apertura del paracadute, ai vari atterraggi con volumi di allenamento di 8 o 10 lanci giornalieri magari per un’intera settimana. Ogni atleta ha un programma personalizzato, io preferisco allenarmi a corpo libero, così riesco a dare continuità anche quando sono fuori sede senza la necessità di avere attrezzature specifiche. Per quanto riguarda l’aspetto mentale, soprattutto per la concentrazione, è un percorso che si costruisce con l’esperienza. Come prima cosa bisogna imparare a conoscere il proprio corpo, le proprie sensazioni ed emozioni, ma questo non accade finché non si ha un certo numero di lanci alle spalle, anche se è molto difficile trovare la formula perfetta che nello sport non esiste mai.
Qual è stata la tua esperienza più emozionante o gratificante come paracadutista acrobatico dell’Esercito?
Con quasi 6000 lanci di esperienze alle spalle, ci sono stati momenti emozionanti e gratificanti che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria. Tra essi, il lancio del 2 giugno di quest’anno rappresenta una delle prove più significative di professionalità, soprattutto considerando le difficili condizioni meteorologiche. L’entusiasmo del Presidente della Repubblica di fronte al nostro lavoro è stata una grande soddisfazione per me. Altrettanto emozionante è stato il lancio del 13 giugno durante il G7, dove ho interpretato il ruolo di video operatore in un team di 11 elementi. Atterrare di fronte a sette leader mondiali ha rappresentato una sfida stimolante, che mi ha regalato un’esperienza unica e irripetibile. Sono grato all’Esercito Italiano per avermi dato questa opportunità straordinaria. Non posso dimenticare la scorsa stagione sportiva, segnata da momenti difficili legati alla salute di mia moglie e mia figlia. Nonostante le difficoltà personali, sono riuscito a mantenere la concentrazione e a conquistare importanti titoli nazionali, come Campione d’Italia a squadre in Precisione in Atterraggio e Campione Italiano nello Stile in Caduta Libera e nella Combinata Individuale. Un triplete inaspettato che ha reso ancora più speciale la mia esperienza. La mia storia è quella di un ragazzo cresciuto a Città Sant’Angelo, che ha intrapreso la carriera militare nell’Esercito Italiano a 19 anni. Il supporto dei miei genitori, Sergio e Maria Antonietta, e di mio fratello più piccolo, Stefano, è stato fondamentale per realizzare i miei sogni, soprattutto nella scelta di diventare paracadutista. E non posso dimenticare il sostegno costante e prezioso della mia compagna Anita, che presto diventerà mia moglie, e dei nostri meravigliosi figli Vittoria Lucia e Filippo. La loro presenza e il loro amore costituiscono la mia forza e la mia motivazione per affrontare ogni sfida con determinazione e gratitudine.
Quali sono i rischi e le sfide che affronti durante le tue acrobazie in volo?
Il nostro Reparto è sempre alla ricerca di nuove sfide e la caratteristica fondamentale che ci contraddistingue è la capacità di affrontare ogni lancio con determinazione, nonostante il minimo rischio presente. Dopo ogni lancio, siamo abituati a fare un debriefing accurato per valutare cosa è andato bene e cosa può essere modificato per migliorare il lancio successivo. Spesso dobbiamo prevedere più piani d’azione e essere pronti a cambiarli al momento opportuno, considerando le variabili meteorologiche. Purtroppo, ci sono occasioni in cui non possiamo procedere a causa della mancanza dei requisiti di sicurezza, il che può essere molto frustrante dopo tanto impegno nella preparazione. Per garantire il successo di un lancio ad alto livello, seguiamo una metodica strutturata in diverse fasi. La pianificazione a tavolino è la prima fase, in cui mettiamo insieme tutte le informazioni necessarie per organizzare il lancio in modo efficiente. La fase successiva consiste nei lanci di prova, durante i quali testiamo la validità della nostra idea, valutiamo le criticità e ci assicuriamo di rispettare le norme di sicurezza in ogni momento. Infine, la fase finale è dedicata all’esecuzione del lancio in maniera impeccabile. La sicurezza è per noi la priorità assoluta, per questo ci impegniamo a seguire rigorosamente ogni procedura per garantire la riuscita ottimale del lancio.
Come ti prepari mentalmente prima di un lancio?
Prima di andare all’imbarco per un lancio, adotto diverse tecniche per prepararmi al meglio. Inizialmente, per rilassarmi, mi dedico all’ascolto della musica che amo. Seguono esercizi di respirazione per concentrarmi e trovare la giusta calma interiore. Successivamente, mi concentro sulla memorizzazione e visualizzazione del gesto atletico, preparandomi mentalmente al lancio. Infine, cercando di trovare la giusta carica emotiva, creo le condizioni ideali per affrontare la sfida con determinazione e fiducia.
Quali sono le attrezzature e i dispositivi di sicurezza che utilizzi durante i tuoi lanci acrobatici?
Durante il lancio, la sicurezza è una priorità assoluta per noi paracadutisti. Il nostro equipaggiamento è completo e accuratamente controllato. Il paracadute è composto da una vela principale e una di riserva, entrambe piegate da tecnici specializzati ogni sei mesi. Inoltre, abbiamo a disposizione congegni di sicurezza passivi e attivi, tra cui il sistema AAD che si attiva automaticamente in caso di emergenza. L’altimetro da polso ci permette di monitorare l’altitudine durante il lancio, mentre l’altimetro acustico è un valido supporto per massimizzare la sicurezza. Il casco, le tute da lancio e i guanti completano il nostro equipaggiamento per garantirci la massima protezione in tutte le condizioni. Grazie a questi strumenti e alla nostra attenzione costante alla sicurezza, possiamo praticare il nostro sport con tranquillità e passione.
Quali sono le differenze tra un lancio acrobatico e un normale lancio in caduta libera?
I lanci dimostrativi sono vere e proprie sfide che mettono alla prova la bravura e la determinazione dei paracadutisti. Ogni lancio è unico, con scenari e condizioni sempre diverse da affrontare. Le difficoltà sono molteplici, poiché non ci sono margini per errori e bisogna saper gestire ogni possibile rischio. L’emozione che si prova prima di staccarsi dal velivolo è palpabile, soprattutto all’inizio della carriera, quando l’aspettativa del pubblico è alta. Ma una volta in caduta libera, tutto cambia: l’ansia da prestazione si dissolve e ci si concentra solo sull’obiettivo, che sia un atterraggio preciso o una serie di rotazioni acrobatiche. Ogni disciplina ha regole precise da seguire, con quote di lancio diverse e obiettivi specifici da raggiungere. Dalla precisione in atterraggio allo stile in caduta libera, fino alla formazione verticale e al parachute-ski, ogni sfida porta con sé nuove emozioni e adrenalina. È un mix perfetto di abilità, concentrazione e passione, che rende ogni lancio un’esperienza indimenticabile.
Qual è stata la tua formazione accademica e pratica per diventare un paracadutista acrobatico dell’esercito?
Da ragazzino ho iniziato con il paracadutismo sportivo all’età di 16 anni, dopo aver provato un lancio in tandem in un centro civile. Da quel giorno, sono stato folgorato dalle sensazioni provate durante il lancio e a 18 anni ho ottenuto la licenza di paracadutismo sportivo. Dopo essermi diplomato nel dicembre del 2006, sono entrato nell’esercito come Volontario in Ferma Breve e nel 2008 sono stato trasferito nei Paracadutisti, iniziando la mia carriera al Centro Addestramento di Paracadutismo di Pisa. Ricoprendo il ruolo di Aiuto Istruttore di Paracadutismo, ho fatto il corso di conversione militare per i lanci con la tecnica della caduta libera. Nel 2010 ho superato le selezioni per il Reparto Attività Sportive e dopo un anno di prova, sono rimasto come effettivo. Nel 2011 ho fatto il mio primo esordio in gara e nonostante le difficoltà iniziali, ho capito che quella era la mia strada e che avrei voluto diventare un atleta professionista. Da allora sono passati 13 anni e ho accumulato molte esperienze, ma so di avere ancora tanto da dare al Reparto. Nel paracadutismo, non si smette mai di imparare e di crescere.
Come mantenete la coesione e la fiducia all’interno del vostro team?
Il nostro Team, composto da personalità diverse ma unite da una comune componente agonistica, si sfida in allenamento per crescere insieme. La sana competizione sportiva ci spinge a dare sempre il massimo e a migliorare costantemente. In gara, però, siamo un unico elemento, pronti ad affrontare qualsiasi situazione come una squadra coesa. Ogni ruolo è fondamentale, come quello del Direttore di Lancio, che gestisce con precisione ogni dettaglio del decollo. La fiducia reciproca e la sinergia che si crea tra di noi rendono il lavoro più sicuro e efficace. Insieme possiamo raggiungere livelli sempre più alti, superando sfide e conquistando traguardi.
Quali consigli daresti a chi volesse intraprendere la carriera di paracadutista acrobatico dell’Esercito?
I consigli che darei a un giovane ragazzo che vuole intraprendere la strada del paracadutismo sportivo sono molteplici. Innanzitutto, è importante essere consapevoli dei lati positivi e negativi di questa scelta. Questa è una vita fatta di sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni che difficilmente si possono raggiungere altrove. Per avere successo in questo campo bisogna essere tenaci, flessibili di pensiero, determinati e pazienti, perché i risultati non arrivano immediatamente. Si tratta di un percorso lungo, che richiede anni di impegno e dedizione. È importante anche essere disposti a rinunciare a momenti di svago con gli amici e i propri cari, e ad adattarsi a una stagione agonistica che dura tutto l’anno. È fondamentale essere pronti a partire per una nuova gara o un allenamento all’ultimo minuto, senza poter fare programmi a lungo termine. Nonostante sia un lavoro duro e impegnativo, bisogna ricordare che ogni momento passato nell’aria è un’avventura unica da vivere e che ti arricchirà come persona.
Raccontaci qualche aneddoto del tuo affascinante lavoro.
Una delle esperienze più indimenticabili a cui ho preso parte è stata una gara svoltasi in Svizzera alcuni anni fa. Si trattava di lanciarsi da un aereo e atterrare in zone diverse, ognuna più particolare della precedente. Prima del lancio, c’era un briefing dettagliato con schede che mostravano la posizione esatta della zona di atterraggio. Ricordo di essere atterrato davanti al casinò di Lucerna, su un piccolo molo su un lago, in una ristretta area boschiva, su piattaforme sul fiume e infine su un’isoletta durante il festival di Zurigo. Alla fine della gara, abbiamo fatto un lancio di manifestazione da tre aerei in formazione, atterrando in diversi settori vicino a un ponte dove si stava svolgendo un evento, con il lago pieno di persone sulle loro barche che guardavano lo spettacolo. E tutto questo di notte, rendendo l’intera esperienza ancora più emozionante.
Che ricordi e contatti hai con Città Sant’Angelo, paese natio
Il mio paese è il luogo dei ricordi più belli, un luogo dove ho vissuto momenti indimenticabili. Da bambino giocavamo ovunque, non c’era angolo del borgo che non fosse stato esplorato durante le nostre avventure. Le partite a calcio, le corse in bicicletta, le feste in piazza dal Carnevale di Ndirucce ai carri allegorici della Sagra dell’Uva, tutto contribuiva a rendere speciale ogni giorno trascorso lì. Ogni evento, ogni festa era un’occasione per divertirci e stare insieme, creando legami che resistono ancora oggi, nonostante la distanza che il tempo e il lavoro abbiano creato. Tornare nel mio paese è sempre un’emozione, ritrovare vecchi amici e condividere ancora una volta quei bei momenti che ci hanno segnato per sempre. Il legame con il mio paese è forte e profondo, fatto di ricordi e sentimenti che non svaniranno mai.
Sogni nel cassetto
Sono una persona estremamente ambiziosa e determinata, per questo motivo mi piace sempre puntare in alto. Non mi accontento mai di obiettivi mediocri, voglio sempre raggiungere traguardi di caratura mondiale. Tra i miei sogni più grandi c’è sicuramente quello di vincere un mondiale a squadre, sia civile che militare. Questa vittoria sarebbe per me un traguardo fondamentale che completerebbe il mio palmares di atleta sul piano agonistico. Ma non finisce qui, un altro sogno che mi piacerebbe realizzare è atterrare durante un lancio proprio nel mio bellissimo borgo. Immagino di portare con me un vessillo con lo stemma della mia Città Sant’Angelo, simbolo di radici e orgoglio per il luogo da cui provengo. Ogni giorno lavoro duramente per rendere questi sogni realtà e sono sicuro che, con la mia determinazione e impegno, potrò raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefissato.