Questa sera, 13 marzo, ore 18:00 all’interno del Città Sant’Angelo Music Festival 2022, presso il Teatro Comunale, un appuntamento che è il cameo incastonato della rassegna a firma del Direttore Artistico Alessandro Mazzocchetti. L’’Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta da Alessio Allegrini, e con la Tromba di Vinicio Allegrini, si esibirà nelle esecuzione del programma “Schubert e Hummel nella Vienna del primo ‘800”. Lo abbiamo incontrato il Maestro, enfant prodige della musica visto che, appena 22enne, Riccardo Muti lo volle come Primo Corno alla Scala di Milano. Oggi Alessio Allegrini è Primo Corno Solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della Lucerne Festival Orchestra. Perfino Claudio Abbado lo scelse come prima parte della sua Orchestra Mozart. Al suo fianco il fratello Vinicio Allegrini, straordinario musicista, prima tromba dell’Orchestra Teatro Lirico di Cagliari e trascinante componente del Quintetto di Ottoni, che speriamo presto di poter ospitare in Abruzzo.
Maestro partiamo da oggi, qual è il filo estetico-musicale che lega Schubert e Hummel?
Si tratta di un concerto incentrato sulla musica viennese del primo Ottocento, quel linguaggio, dal punto di vista tecnico esecutivo si adatta alla taglia dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, attualmente più raccolta. Per questo ritengo che sia un buon momento per fare un esercizio di stile. Io sono il nuovo responsabile del cammino artistico di questa Orchestra e sono chiamato ad inquadrare la linea stilistica del suo operato. Alla direzione potrò offrire le mie conoscenze ed esperienze musicali.Il mio intento è dare loro la possibilità di approfondire l’eleganza di uno stile classico, partendo dal classicismo passando ai primi dell’Ottocento. Creare una linea artistica che possa fare crescere reciprocamente me e l’Orchestra dal punto di vista culturale, prendendo di petto i capisaldi del Settecento e poi del Romanticismo. Il prossimo programma, infatti, prevede l’Overture dell’Egmont di Beethoven, Concerto di Strauss per corno e l’Eroica, terza sinfonia di Beethoven.
Il classico del classico, potremmo dire?
Ritengo che, come un letterato debba conoscere Dante, o un giurista le leggi, un musicista debba avere una conoscenza profonda del classicismo; e nello sviluppo educativo di un’Orchestra è necessario approfondirne i maggiori compositori:Schubert, Mendelssohn, Schumann, Mozart, Haydn, e a seguire quelli del Romanticismo tedesco. Perché è possibile eseguire brani del Novecento solo avendo appreso le basi, ovvero i componimenti del Settecento. Questo l’ho appreso quando ero musicista per Riccardo Muti, alla Scala. In ogni concerto il Maestro inseriva una sinfonia di Haydn. In qualità di direttore, inoltre, porto all’Orchestra Sinfonica Abruzzese la mia visione su questo stile; eseguirà la Quarta di Schubert come mai prima. È un’interpretazione frutto di una mia idea che loro hanno condiviso. Sarà frizzante, perché ho un mio carattere che metto nella musica”.
Tra i brani in programma c’è il Concerto di Hummel che è un capolavoro e verrà eseguito da suo fratello, quanta implicazione emotiva in questo?
Devo dire che non l’ho mai sentito suonare così, e siccome non voglio fargli troppi complimenti, meglio che di Hummel ne parli lui.
Il sorriso aperto mi consente di catturare un pensiero: il privilegio di intervistare due musicisti così straordinari mi fa venire in mente quanto sia importante che lo studio della musica non sia lasciato solo alle sensibilità familiare, in fondo la musica unisce in una fratellanza universale che dovrebbe essere un bene da inserire in un patrimonio culturale a disposizione di tutti.
Professor Allegrini, mi racconta Lei di Hummel?
Insieme a quello di Haydn e di Neruda, il Concerto di Hummel, è un classico del repertorio trombettistico che interessa il passaggio dal classicismo al romanticismo. Passa in secondo piano rispetto a quello di Haydn, più famoso e richiesto ad ogni concorso. Personalmente prediligo Hummel, lo trovo più interessante, più frizzante; leggermente meno classico rispetto ad Haydn, in effetti Hummel rappresenta l’anello di congiunzione tra Haydn e Beethoven. Vivevano tutti nella stessa città, e Hummel studiava con Mozart, Salieri e Beethoven, c’era dunque una grande connessione. Si tratta di un periodo di transizione tra Settecento e Ottocento, dal Classicismo al Romanticismo. Questo passaggio lo si avverte fortemente nel Concerto di Hummel che sì, ha una forma classica, ma poi, nel secondo movimento, c’è un forte rimando alla Romanza di Beethoven. Cantabilità e frasi lunghissime. Il primo movimento inizia con uno squillo, richiamando la tromba militare. L’ultimo tempo invece torna ad essere è un esercizio di stile per il trombettista, volto a mettere in luce le qualità tecniche degli strumenti dell’epoca. È divertente da suonare anche se molto impegnativo. Inoltre, è interessante da ascoltare perché offre la possibilità di apprezzare tutte le qualità della tromba”.
E poiché non ci vogliamo perdere una nota, corriamo a prepararci per questo importante appuntamento di cui vi racconteremo proseguendo la nostra chiacchierata con questi due grandi musicisti, emblema del primato della formazione italiana nel Mondo.
Virginia Chiavaroli