Il legame con la sua terra è marchiato già nel suo nome d’arte, Setak un rimando preciso al soprannome di famiglia “lu setacciare”, perché i suoi antenati costruivano setacci, gli strumenti utilizzati per filtrare la farina.
Le famiglie una volta venivano identificate con i loro soprannomi storici, talvolta anche molto antichi.
Nicola “Setak” Pomponi, presente a Pianella il 29 agosto al tradizionale Cartellone estivo organizzato dal Comune, nato a Penne, giovane musicista eclettico, è cresciuto ascoltando i classici del pop-rock ma canta, nel dialetto dell’entroterra pescarese.
Nicola, dice in una intervista rilasciata a Roberto Ciuffini su NewsTown – noi abruzzesi, e il discorso vale soprattutto per i giovani, siamo abituati a percepire il dialetto in modo ironico o volgare, nel senso dispregiativo del termine. Nel mio disco invece dico finalmente cose “normali”. […] Il dialetto, anzi i dialetti, dopo essersi portati addosso, per anni, lo stigma di varietà linguistica volgare e macchiettistica, stanno conoscendo un periodo di riscatto e riscoperta, in virtù della loro potenza espressiva, in grado di veicolare una gamma di emozioni sconosciuta al cosiddetto italiano standard e neostandard. Sempre di più, il dialetto viene visto come lingua viva, la lingua del cuore, degli affetti, della quotidianità personale e privata -.
Nicola SetaK Pomponi occupa un posto di rilievo nel panorama della Cultura musicale abruzzese, a lui va il merito di aver saputo fondere il folk di matrice anglo-americana con testi del “nostro” dialetto coinvolgendo ed emozionando il pubblico presente soprattutto le nuove generazioni che lo hanno accompagnato nel canto durante la sua performance.
A conclusione il cantautore ha ringraziato l’assessore alla Cultura Sabrina di Clemente per l’ospitalità e Mario Lauducci per la presentazione.
Remo di Leonardo