PIANELLA – ELISEO DE BERARDINIS: DA GIOVANE MUSICISTA A LEGIONARIO FIUMANO

di Remo Di Leonardo

Dopo diverse ricerche, grazie alle notizie che mi sono state fornite dall’ amico concittadino Paolo Di Pentima e da un libro scritto da un altro pianellese, insieme a Guido Sabucchi, Eliseo de Berardinis risulta nell’Elenco ufficiale dei legionari fiumani del 24/06/1939, depositato alla Fondazione del Vittoriale degli italiani, con il grado di Maresciallo e, all’atto del congedo, risulta come residente a Fiume.

Eliseo Quirico Astolfo nacque a Pianella il 7 marzo del 1898 in Piazza Garibaldi da Corinto, musicante di 35 anni, morto nel 1922, e da Adelina Maria Concetta di Nicolantonio, nata a Pianella il 13 dicembre 1896 in Piazza Napoleone n. 6. 

Il padre di Corinto, Ferdinando, era un pittore, la madre, Astolfi Doralice fu una insegnante, Corinto quindi respirò arte e cultura, non fu un caso che scelse la professione di musicante. Eliseo entra a far parte, come allievo, della Banda di Pianella “Diavoli Rossi” suonando il genis, il compenso percepito, come da statuto, in quel periodo era una metà del musicante (Cfr A. Morelli, La Banda musicale di Pianella, 2013). Suonò sotto la direzione dei maestri: Baldini Gioacchino, Giuseppe de Sanctis, Francesco Minafra, Riccardo Costantini, Augusto Giuliani e Andrea Di Fonzo.

Il Padre Corinto suonava la cornetta, il nonno Ferdinando, il clarino, lo zio Camillo, del fu Gennaro, sono stati musicanti della Banda Diavoli Rossi di Pianella. Sin dal 1867 sono presenti nell’elenco dei vari Statuti della Filarmonica e della Banda dei Diavoli Rossi quali soci contribuenti e musicanti.

La famiglia di Eliseo de Berardinis fu una famiglia di appassionati di musica.  Antica è la presenza della stessa a Pianella, come ci viene testimoniato nel Catasto onciario del 1746. Filippo de Titta, in Gabriele d’Annunzio a sette anni, in “La Maiella”, 23 giugno 1904, riferisce che: “Il giovane Gabriele aveva tratto suggestione dalla musica che una banda musicale del vicino, Pianella, suonava in onore di San Cetteo”. E’ probabile che tra i musicanti ci fosse anche il giovane Eliseo de Berardinis.       

Nel 1920, all’età di 22 anni, decise di lasciare Pianella per trasferirsi a Fiume per difendere l’italianità della città del Carnaro. Con Gabriele d’Annunzio condividerà molti eventi importanti; secondo il figlio Antonio De Berardinis, dovrebbe aver partecipato al suo matrimonio. Eliseo de Berardinis sposa nella Città di Fiume il 1 dicembre del 1920 Valeria Bobinac, di origine ungherese, dalla quale ebbe quattro figli.  Testimone di nozze fu Guido Sabucchi, un altro legionario fiumano di origine pianellese. Valeria Bobinac morì ne1 1996 all’età di 95 anni. Eliseo fu Comandante della Caserma dell’esercito a Fiume partecipando ai rastrellamenti per stanare i partigiani croati.          

 Un giorno, di ritorno da una missione militare, Eliseo insieme al figlio Antonio ed altri militari, trovò una donna con un bambino che urlavano disperatamente, accanto a loro vi erano due soldati tedeschi. Secondo questa donna i due soldati tedeschi avevano intenzione di bruciare la casa a causa della politica antisemita del tempo. A quel punto Eliseo De Berardinis intervenne, si avvicinò ai tedeschi, un sergente ed un soldato semplice, e domandò il motivo della loro decisione e il perché volessero bruciare tutto. I soldati tedeschi spiegarono all’ufficiale Eliseo che il marito della signora era assente da troppo tempo dalla zona e quindi, sicuramente doveva essere diventato partigiano.

Il de Berardinis che conosceva il tedesco e rispose che avrebbe preso lui in mano la situazione indagando sull’episodio visto che la donna viveva sul suolo italiano, lui si sentiva responsabile della zona e degli abitanti. I tedeschi, molto contrariati dalla presa di posizione di Eliseo si girarono sui tacchi e finalmente andarono via.

Subito dopo la donna confessò allo stesso de Berardinis di essere all’oscuro delle attività o di dove potesse trovarsi il marito; lei stessa aveva dei sospetti e non sapeva se fosse diventato un partigiano o addirittura scappato con un’altra donna. Con l’umanità che è propria della nostra gente, Eliseo invitò la donna a raccogliere e recuperare il più possibile dalla casa. Un episodio questo che gli tornerà utile alla fine della guerra quando l’Armata Croata prese il sopravvento a Fiume.

Un giorno i croati sapevano che Eliseo era stato ufficiale lo andarono a prelevare a casa dopo essere sfuggito al rastrellamento dei tedeschi e lo tradussero direttamente davanti alla Corte che all’istante lo condannò a quattro anni di prigionia. Eliseo, prima di essere chiuso in cella fece in tempo ad informare, tramite la moglie, la donna ebrea che era riuscito a salvarla, la quale raccontò tutto alla Corte. I giudici dissero laconicamente – “Ci penseremo”.

( Fiume: finestre della prigione dove fu recluso Eliseo de Berardinis dal libro Braghete Dall’alba in poi… Racconti veri di Antonio de Berardinis elaborati e scritti da Silvana Antelmi, Editore Pianella)

Eliseo in prigione si sentì male e fu ricoverato in ospedale. Di lì, poi, nottetempo lo caricarono oltre il confine (forse a Trieste, o forse in mano agli scozzesi).   Ogni tentativo della moglie di riunire la famiglia andò in frantumi. La famiglia De Berardinis dopo la presa del potere da parte dei Croati insieme ad altre famiglie italiane profughe fiumane dopo diverse peripezie riuscì a passare il confine e a recarsi a Trieste. Qui la famiglia si ricongiunse in parte con Antonio detto “Uccio” e le due sorelle, mentre Paolo era in carcere a Fiume per aver fatto parte (come Antonio) della X Flottiglia MAS, (ma questa è un’altra storia).

Di Eliseo non si avevano notizie. A Trieste si era formata una organizzazione che aiutava tutti i profughi di Fiume; alcuni avevano preparato lo spostamento della famiglia De Berardinis per recarsi a Pescara e da lì in un’altra località. Giunti a Pescara si avvicinò un uomo dell’organizzazione che aveva già ideato un altro spostamento, questa volta per andare a Roio Pineta in provincia dell’Aquila, in una ex colonia estiva.

Mentre la famiglia si accingeva a partire per l’aquilano, come per miracolo apparve Eliseo; immensa fu la gioia di tutta la famiglia, anche se da parte della moglie non mancò un certo risentimento per averla lasciata da sola con i figli.

Tra i coniugi ci fu un leggera discussione perché la moglie voleva andare a Pianella, dove prima della guerra Eliseo aveva comprato una casa di tre piani con due appartamenti ciascuno, che, comunque erano però tutti locati. Eliseo fece notare alla consorte che essendo appartamenti occupati non potevano andare e buttare fuori le persone che abitavano là. Quindi si decise di andare Roio Pineta (l’Aquila). A Roio la famiglia di Eliseo De Berardinis restò per due anni fino al 1948.

(Fiume: casa della famiglia di Eliseo de Berardinis dal libro Braghete Dall’alba in poi… Racconti veri di Antonio de Berardinis elaborati e scritti da Silvana Antelmi, Editore Pianella.)

In questo periodo di permanenza a Roio, Eliseo lavorò svolgendo la funzione di direttore del servizio paga degli operai della ROSMA. Sempre nel 1948 un’altra organizzazione internazionale si era creata per aiutare i profughi di Fiume, l’IRO (programma trasferimenti di profughi verso l’Australia). Eliseo fece la domanda, la richiesta fu accettata, ma bisognava aspettare la preparazione di tutti i documenti per l’espatrio. Nel preparare i documenti alla organizzazione mancava quella del figlio Paolo, già arrestato dagli inglesi a Trieste perché in uno scontro di piazza tra croati e triestini gli trovarono un’arma, una piccola Beretta. Fu processato e condannato a tre anni di reclusione. Paolo scontata la pena, fu liberato e potette raggiungere la famiglia a Roio Pineta. Finalmente, dopo tanto patire e diverse peripezie, tutta la famiglia tornò ad essere unita. 

Nel frattempo Eliseo aveva aperto uno spaccio. Dopo un paio d’anni la famiglia di Eliseo De Berardinis si spostò di nuovo a Roma a Cinecittà e da lì a Bagnoli presso la NATO. Anche in questi luoghi Eliseo si seppe distinguere per le sue doti dirigenziali e svolgere attività di rilievo e responsabilità. Tutto questo mentre attendevano ancora dei documenti per andare in Australia.

( FOTO BANDA DIAVOLI ROSSI 1910 – In base ad una attenta lettura del libro di A. Morelli, La banda musicale di Pianella, 2013,  – 200-201 dal personaggio XXX non identificato, si potrebbe attribuire il nome di Eliseo de Berardinis in base allo strumento che suonava il genis)

Nel frattempo, dopo essere sparito per una settimana Paolo, tornò in casa, sposato con una ragazza conosciuta qualche tempo prima a Pescara. Intanto i documenti per partire per l’Australia erano pronti, ma solo per Antonio e Paolo; per gli altri familiari c’era da aspettare altri tre mesi. Fu così che i fratelli De Berardinis dopo essersi recati prima all’aeroporto di Roma Ciampino poi a Genova (dove giunsero quando la nave era già partita), accettarono di recarsi in Germania a Brema e da lì imbarcarsi.

Solo dopo un anno Eliseo De Berardinis con la moglie e le figlie raggiunsero gli altri due figli in Australia. Termina qui, per ora, la storia di Eliseo de Berardinis giovane musicista e legionario fiumano pianellese. Tornerò prossimamente a raccontare le vicende dei figli Antonio e Paolo De Berardinis arruolati alla X Flottiglia MAS. Eliseo de Berardinis morì a Trieste nel 1966.

BIBLIOGRAFIA:

DE BERARDINIS, Braghete Dall’alba in poi… Racconti veri di Antonio de Berardinis elaborati e scritti da Silvana Antelmi, Editore Pianella.

MORELLI, La Banda Musicale di Pianella, Origini successi, prospettive future, Libreria Universitaria Editrice, Arti Grafiche Cantagallo, Penne, giugno 2013.

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