di Remo di Leonardo
Nell’area vestina sono molti gli immobili, vecchie scuole, cinema, palazzi, chiese, abbandonate e oggetto, a volte, di occupazioni arbitrarie di sbandati, tossicodipendenti o ricovero di animali (cani, gatti, topi, piccioni) creando una situazione di precarietà igienica- sanitaria ad interi quartieri dei paesi.
Un fenomeno diffuso, insieme all’altro grave problema dello spopolamento demografico di molti paesi, dei rispettivi centri storici e all’ assenza di interventi nel campo edilizio privi di manutenzione, raggiungendo livelli di degrado che ne minacciano spesso la stessa esistenza, gli usi turistici non sostenibili, con grave crisi del commercio locale.
Pianella, purtroppo, non è sfuggita a questo fenomeno anche se qualcosa incomincia a muoversi.
Si pensi, ad esempio, al caso più eclatante degli anni ’60 con l’abbattimento dell’antica Villa de Felici, già appartenente ai della Tolfa, un edificio ameno con latomie, uno chalet dal tetto in legno intarsiato e dalle pareti esterne stuccate ed affrescate. Un edificio che si sviluppava su due piani. Nel 1944 fu occupata da soldati tedeschi. Successivamente negli anni ’50-60 venne utilizzata come scuola per mancanza di locali idonei nel paese. C’erano fontane, torrette di difesa con finestre a feritoia per gli archibugieri, passaggi sotterranei. ll giardino della Villa era ricco di piante e consisteva, in una aranciera, alberi e fiori esotici, amarilli, anemoni, dalie, giacinti- La Villa venne demolita per costruire nel 1963 al suo posto l’attuale scuola elementare sulle fondamenta della vecchia Villa, cambiandone l’aspetto e la struttura originaria. Successivamente si distruggeva la Torre civica per ampliare il campo sportivo comunale e per costruire nelle vicinanze un asilo infantile.
Ancora, sempre negli anni ’50-60 è stata demolita la Chiesa di S. Leonardo, una tra le più antiche di Pianella, probabilmente risalente al Trecento, sede del Polittico oggi presente al Museo Nazionale d’Abruzzo. Nel 1962 con decreto vescovile di Mons. Antonio Iannucci; la parrocchia di S. Leonardo venne annessa a S. Antonio Abate.
La chiesa fu trasformata in cinema teatro parrocchiale e tale destinazione rimase sino a quando il terremoto del 2009 non la danneggiò a tal punto da costringere le autorità competenti all’abbattimento del restante edificio. Oggi la vista del suo degrado all’ingresso del Viale R. Margherita non solo disturba l’occhio del cittadino pianellese, ma soprattutto del visitatore forestiero che viene a Pianella.
Un’altra “vittima” è la Chiesa diruta del S.S. Salvatore, che si trova in Piazza A. Diaz (così intitolata negli anni ’20 del Novecento), che viene chiamata dalla popolazione anche la “Piazzetta” o “Piazza dei Polli”. La chiesa fu edificata nel 1030 ed era di patronato principesco; passerà poi sotto il patronato regio nel periodo aragonese, angioino, spagnolo e borbonico con la nomina diretta dei parroci. La chiesa nel 1962 fu annessa a S. Domenico e successivamente alla Collegiata di S. Antonio Abate.
La chiesa del Ss. Salvatore è rimasta spoglia già dal 1956, a seguito del crollo del tetto causato dalle abbondanti nevicate di quel periodo.
Man mano è stata spogliata dei pochi arredi ed abbandonata, infine demolita quasi del tutto nel 2009, a seguito del terremoto. Oggi restano parte dei muri perimetrali, dei pilastri di sostegno delle volte, parte dell’altare maggiore e le colonne laterali in stile corinzio. I ruderi di questa chiesa sono stati ripuliti recentemente grazie alla volontà di Antonio de Berardinis, un emigrato pianellese in Australia. Recentemente si è svolto anche un convegno sul tema della conservazione dei beni storici-monumentali di Pianella.
Poco vicino la chiesa del S.S. Salvatore. nel 2007, infatti, fu abbattuto ciò che rimaneva dei ruderi dell’antico frantoio farnesiano.
Semiabbandonato è l’asilo infantile “A. Sabucchi”, istituito nell’anno 1928, anche se già funzionante dal 1927. E’ stata sede delle suore “Figlie della Divina Provvidenza”; la sede era in via Vico delle Dee, in un palazzo acquistato da Giacomo Sabucchi e donato all’istituzione dell’asilo da sua moglie, marchesa Erminia Sabucchi de Felici, in memoria del figlio Antonio. Alla fine degli anni ’70 del Novecento, in seguito all’istituzione dell’asilo comunale e alla successiva trasformazione di questo in asilo statale, l’asilo “Sabucchi” riprese l’attività in forma privata, per chiudere definitivamente nel 1994. Nel recente passato è stata sede del centro anziani, oggi una piccola parte dell’edificio è sede di associazioni, mentre il restante risulta inagibile.
Nel centro storico in largo Teatro si trova il Cinema teatro comunale, costruito quasi un secolo fa è chiuso ormai da decenni per restauro. Nel 2016 quando sembrava in procinto di essere inaugurato, grazie ad un intervento di restyling di 450mila euro finanziati dalla Regione; oggi i lavori per ragioni tecniche sono fermi. L’opera di restauro della facciata esterna e della copertura è stata già portata a termine; si è in attesa del completamento del restauro dei locali interni. Si tratta di un teatro costruito negli anni Venti del secolo scorso; nel 1936, il teatro fu concesso in gestione dal podestà al Dopolavoro, in cambio dei lavori necessari per la manutenzione dell’edificio. Successivamente, il teatro fu riconvertito in cinematografo, ma dopo un susseguirsi di gestioni, tra alti e bassi, si arrivò alla chiusura definitiva, determinata anche dalla carenza dei requisiti minimi di sicurezza per gli spettatori.
Teatro Comunale (a. p. R. di Leonardo)
Attigua al Palazzo Municipale sorge la Chiesa di S. Domenico. Questa chiesa domina la Piazza Garibaldi e la struttura muraria è dello stile tardo romanico a cui si sono aggiunte sovrapposizioni “rinascimentali e barocche”. Sulla sinistra svetta la torre dell’orologio. L’interno è in stile rococò ed è decorato con stucchi settecenteschi con la Cappella della antica famiglia Verrotti (Cfr. Morelli V., Pianella tra storia ed iconografia, 1994). Sull’altare maggiore si trova il coro ligneo, tutto intarsiato, di pregevole fattura barocca; le pale d’altare sono del pittore abruzzese Salvatore De Rocco che le dipinse tra la fine del 1700 e inizi dell’800. Nel 2011 tutte le pale d’altare, escluse quelle della cappella col patronato dei Conti Verrotti, restaurate in precedenza, sono state oggetto di un pregevole lavoro di restauro riportandole all’antico splendore.
Cornelia Dittmar e Grazia De Cesare, hanno effettuato i lavori, e si è scoperto la paternità delle opere che risultano dipinte a olio su tela da Nicola Maria Rossi, allievo del maestro Francesco Solimena di Napoli. Pianella aveva contatti già negli anni 1717-1725 con la città partenopea e come, ipotizzato da Alessandro Morelli in un convegno diversi anni fa, il giovane studente Carlo de Felici, dimorante in Napoli si interessò anche per l’abbellimento della chiesa visto che esisteva una antica confraternita che ebbe un ruolo molto importante nella vita religiosa e socio-economica di Pianella.
La Chiesa di San Domenico, dopo il sisma è divenuta la chiesa dove officiare le cerimonie a Pianella, fino alla riapertura della parrocchiale di S. Antonio Abate. Oggi purtroppo di nuovo in stato di abbandono.
Palazzo De Caro è a sinistra della facciata della chiesa, collegiata di S. Antonio, con il suo bel portale tardo rinascimentale (1625), con la scritta in latino che riporta la storia della famiglia in una targa dell’architrave, sormontato dallo stemma, successivo di epoca, del Comune in pietra raffigurante la Torre merlata con una pianella. Questo edificio è stato Municipio e successivamente sede di una azienda manifatturiera, poi del centro anziani e della Pianella Calcio e sede dei Combattenti e Reduci. Oggi, dopo la messa in sicurezza del tetto, l’edificio risulta abbandonato. Da una finestra prospicente l’Arco di S. Maria, il giorno del pomeriggio di Pasqua, alcuni attori della manifestazione satirica “Lu Bbongiorne” vi si affacciano per la tradizionale Predica di “S. Zelvestre.
Oltre le Mura
Nel secolo XV, appena fuori dall’abitato, venne edificata un’edicola con l’effigie della Madonna delle Grazie, detta anche della Misericordia, successivamente incorporata dalla costruzione della chiesa che porta oggi il nome di chiesa della Madonna del Carmine. Per il decoro del culto essa venne affidata ai Clareni, una congregazione dell’ordine dei Frati Minori, che la tennero fino al 1568 per poi passare ai Carmelitani che tuttora ne sono custodi.
Chiesa della Madonna del Carmine (a. p. R. di Leonardo)
I Carmelitani ufficiarono fino a novembre del 1809, quando il Convento, oggi inagibile, e la chiesa furono chiusi per la soppressione murattiana delle case religiose.
Bisogna aspettare il 28 Marzo1943 per il ritorno a Pianella dei Carmelitani, quando questi ripresero ufficialmente possesso del luogo sacro. Con il terremoto del 2009, la chiesa subisce dei danni gravissimi e chiusa al culto dei cittadini. Attualmente è stata inserita per iniziativa di cittadini sensibili al patrimonio storico-architettonico di Pianella, tra I Luoghi del Cuore nella campagna nazionale del FAI tra i monumenti da salvare.
La chiesa di San Nicola, secondo lo storico V. Morelli, la chiesa viene citata nelle Rationes Decimarum, mentre altre notizie si ricavano dal catasto dell’Abbadia di Pianella dell’anno 1424 e dalla Tassazione del XVI secolo.
Contrariamente a quanto scritto da Alterisio Lizza, (1834), che fa risalire la fondazione del tempietto al XVII secolo, 1648, probabilmente è stata costruita tra i secoli XV-XVI, quando Pianella venne interessata dalla transumanza e dalla pastorizia stanziale. Dalle ultime ricerche, svolte dal prof. Morelli, risulta che la chiesa o cappella di S. Nicola era citata fin dal XV secolo, il cui culto probabilmente venne importato dai pastori abruzzesi e pugliesi, che scendevano o risalivano la penisola fino ad arrivare alle Rocche o al Ceppo, addirittura fino ai confini delle Marche e nello Stato Pontificio.
Due culti parallelamente si diffondono lungo la penisola, quello di S. Michele Arcangelo e quello di S. Nicola di Bari, le cui feste spesso coincidono con la data dell’8 maggio, inizio della transumanza; sarebbe auspicabile creare un percorso culturale tra la chiesa di S. Maria Maggiore, detta volgarmente di S. Michele Arcangelo e quella di S. Nicola, la cui festa a Villanova cade l’8 maggio ed i primi di settembre, mentre a Bari cade l’8 settembre e nella prima decade di dicembre.
Pianella venne interessata dai provvedimenti della Dohana della mena delle pecore di Alfonso I d’Aragona del 1447 con la istituzione dei Regi Stucchi, facenti capo alla Doganella d’Abruzzo, alle Poste di Atri e alla Regia Udienza di Chieti per le questioni fiscali e per quelle sorte tra i pastori, i contadini e i proprietari del luogo (Vittorio Morelli, Pianella, dalle origini al XX secolo, ms).
La Chiesa segue la via dei tratturi; secondo alcune carte comunali si hanno notizie della fiera di S. Nicola, che si svolgeva il 5 e 6 novembre, i cui spazi andavano dalla strada di S. Nicola a Borgo Carmine. Fiera che si è svolta sino al 1922. Interessante ricordare come i commercianti di stoffe e filati avessero l’abitudine di determinare la lunghezza della loro mercanzia attraverso, come riporta Eliseo Marrone nello “Statuto di Pianella del 1549”, l’unità di misura detto “Brazzo de santo Nicola”. Il braccio era una misura di lunghezza corrispondente, nella maggior parte delle città italiane, a più di 50 centimetri; in Pianella nei primi anni del 1900 corrispondeva a 70-75 centimetri ed era detto di santo Nicola forse dalla misura del braccio della statua del santo che doveva essere nella chiesa omonima.
Negli anni ’90, la chiesa, ricoperta da piante infestanti, è stata più volte bonificata e riportata alla luce dalla locale Associazione Culturale Ambiente e/è Vita durante la Festa della Campagna, che si svolgeva nell’area adiacente la chiesa stessa.
Oltre a questi edifici storici, ve ne sono altri che, pur non avendo un valore storico particolare, rappresentano spazi di un certo interesse urbanistico che attendono di essere riqualificati come l’ex Pretura di Piazza Nassirya e il Mercato Coperto che potrebbe essere riutilizzato per i prodotti a km0 della nostra terra. Bene, per saperne di più siamo andati direttamente a chiederlo al sindaco di Pianella, l’avv. Sandro Marinelli, che gentilmente ha risposto alle nostre domande.
Signor sindaco, grazie per aver accettato questa intervista. Quali sono i progetti che la sua amministrazione intende realizzare o sta realizzando in merito al recupero e alla salvaguardia di questo patrimonio culturale ed economico di cui abbiamo accennato sopra?
Occorre premettere che nel 2013, all’atto dell’insediamento della prima amministrazione da me guidata, il quadro che avevamo dinanzi era assolutamente drammatico: zero finanziamenti, zero progetti, l’ufficiale giudiziario intento a pignorare il mobilio ed eventi sismici ed atmosferici di ogni genere a rendere ancora più precarie le condizioni di conservazione di molti edifici storici.
Con non poca soddisfazione, quindi, oggi possiamo guardare ad una realtà radicalmente diversa, parlare di tante cose fatte e di tante altre in cantiere, grazie ad una sintesi di progettualità, visione politica e capacità realizzativa che in precedenza risultavano sconosciute al nostro comune.
Il patrimonio storico era e resta il fulcro della pianificazione amministrativa della maggioranza di governo locale: in primo luogo abbiamo messo in sicurezza e restaurato la sede municipale, intercettando dalla regione Abruzzo un finanziamento di un milione di euro, riconsegnando alla città l’edificio simbolo della propria storia e la sede dell’Istituzione comunale, riattivando anche l’orologio della torre campanaria, simbolicamente silente da 40 anni; primo far i comuni abruzzesi a realizzare un progetto “Art Bonus”, in collaborazione con la BCC di Castiglione MR e Pianella, abbiamo creato delle opportunità turistiche rendendo fruibile e funzionale l’antico frantoio D’Annibale e realizzando il primo museo, dedicato all’artigianato ceramico abruzzese, della storia di Pianella, valorizzando ulteriormente con interventi mirati il Palazzo della Cultura di recente intitolato alla indimenticabile Mira Cancelli.
Molti vicoli del centro storico sono stati pavimentati e migliorati nei sottoservizi e anche le frazioni hanno visto importanti opere di valorizzazione storica: a Cerratina si è migliorata la pavimentazione in Via dei Fiori e siamo intervenuti per la messa in sicurezza del Palazzo Sabucchi dove ha sede la delegazione comunale, mentre Castellana ha visto finalmente venire alla luce la bellissima piazza antistante la Chiesa della Beata Vergine Maria Lauretana.
Certo, la nostra Città può vantare un patrimonio culturale ed una storia di tutto rispetto, come emerge anche dall’elencazione fornita, ma gli interventi di recupero sono molto complessi ed onerosi e non è semplice riuscire ad intercettare risorse finanziarie, anche considerando che gran parte dei comuni della nostra regione si trovano in analoghe condizioni.
Tuttavia, di certo l’impegno e la determinazione nel perseguire tutte le opportunità possibili non mancano ed è grazie a questo dinamismo se, ad esempio, di recente c’è stato un intervento per migliorare la copertura dell’ex Asilo Sabucchi che viene regolarmente utilizzato quale sede di associazioni, ivi compresa la Protezione Civile Modavi; così come si avvia alla cantierizzazione il progetto, premiato con il primo posto assoluto in Regione, per il recupero dell’ex frantoio de Felici-Curato che vedrà la riqualificazione di un’importante area collocata nel cuore del centro storico; così come si deve alla volontà della maggioranza che si insediò 7 anni fa se non è stato venduto il Palazzo De Caro che, oggi, è al centro di un progetto “Comunità dei saperi e dei sapori”, inserito in graduatoria dal Cipe ed in attesa di scorrimento; in estate appalteremo l’ultimo lotto per il completamento dei lavori alla chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate, che riguarderanno in particolare la sagrestia ed il campanile; sempre in estate saranno affidati i lavori del nuovo distretto sanitario che vedrà, insediarsi nei locali dell’ex Pretura anche un centro diurno per anziani gestito dalla ASL che porterà anche nuovi e più efficienti servizi.
Un altro importantissimo ed ambizioso progetto di recupero lo stiamo portando avanti in collaborazione con la sovrintendenza dei beni architettonici e culturali con riferimento alla Chiesa del Carmine, per il quale siamo in attesa di avere il via libera per un finanziamento di 1,6 mln di euro, con l’auspicio che si riesca a riqualificare in tempi brevi l’intero comparto edilizio anche nella parte privata.
Come coniugare le risorse enogastronomiche con la bellezza del centro storico, soprattutto oggi nella terza fase legata all’emergenza Covid-19?
L’emergenza legata al Covid-19 comporta il dover riorganizzare e ripensare diversi aspetti, non da ultimo anche questo. Le nostre eccellenze enogastronomiche, notoriamente conosciute ben oltre i confini nazionali, ed il tessuto produttivo legato anche al mondo della ristorazione sono stati particolarmente colpiti da questa situazione, ma dobbiamo essere capaci di vedere anche delle opportunità. Coniugare le bellezze architettoniche con la qualità della vita che una realtà come la nostra può offrire sono l’unica via per far sì che sempre più persone scelgano Pianella per una serata piacevole, per una breve vacanza tra arte e natura, ma perché no, per una scelta residenziale di alta qualità che permetta di coniugare storia, natura, ambiente, servizi eccellenti rimanendo a pochi minuti dalla città di Pescara e dai maggiori snodi infrastrutturali della regione ed in questo senso il nuovo PRG ha anticipato questa filosofia della “Città del buon vivere”, che perseguiamo con coerenza in ogni scelta amministrativa.
Come mettere in rete gli operatori del settore turistico pianellese, gli agriturismi e la ristorazione ad esempio?
Il settore turistico in generale ed il turismo enogastronomico in particolare rappresentano un aspetto che merita sicuramente attenzione atteso che Pianella può ritenersi un centro conosciuto e riconosciuto per la qualità dei suoi prodotti e la bravura dei ristoratori. Per l’aspetto prettamente turistico abbiamo prima di tutto favorito un censimento di tutte le attività, Agriturismi e B&B in particolare, che insistono sul territorio comunale, pubblicizzandole all’interno del portale comunale e sulla APP gratuita Agorà, in modo da offrire al potenziale turista ogni informazione utile.
Per il futuro abbiamo intenzione di creare alleanze virtuose con i comuni limitrofi, soprattutto con Moscufo e Loreto Aprutino, affinché il brand legato all’olio d’oliva, che negli ultimi anni abbiamo fortemente potenziato con una serie di iniziative, non ultima la creazione del Distretto Agroalimentare di qualità regionale dell’olio d’oliva d’Abruzzo, costituisca un volano turistico per tutto il comparto.
L’assessore Sabrina di Clemente si è fatta promotrice di un’idea di promozione che veda la breve “vacanza esperienziale” legata al comparto olivicolo come attrattiva da rivolgere con pacchetti mirati soprattutto all’utenza della capitale e dintorni, coinvolgendo tour operator, attività di ristorazione e associazioni per costruire una offerta innovativa presentandoci insieme come “triangolo d’oro” con tutte le nostre potenzialità.
Lo scorso febbraio, presso la sala consiliare del Comune di Pianella, si è tenuto un convegno dal titolo “Conservazione e restauro del centro storico di Pianella”, una iniziativa, nata dalla tesi di laurea realizzata dalla dott.ssa Benedetta D’Incecco. Ci sono dei punti da poter sostenere e concretizzare per la collettività?
La presentazione della tesi di studio, realizzata anche grazie al supporto degli uffici comunali, ci ha consentito di fotografare quella che è la situazione attuale del nostro centro storico, alla luce di tutti gli accadimenti che ne hanno comportato una serie di cambiamenti nel corso dei secoli.
Rappresenta, dunque, un importante lavoro per sottolinearne le peculiarità che lo rendono attrattivo e le azioni che dovranno necessariamente seguire per conservarlo.
Parte del lavoro, come detto, è stato già avviato e realizzato e segue proprio alcune ipotesi illustrate nella tesi. In questi anni siamo intervenuti su diverse aree per garantire il ripristino dei sottoservizi e la pavimentazione, il recupero e la messa in sicurezza dei palazzi comunali nonché la riqualificazione di aree che si apprestano ad essere recuperate.
Si è trattata proprio di una occasione di confronto e di studio, sicuramente non l’unica, che ci ha permesso di stimolare ipotesi ed analizzare le azioni intraprese e la progettualità messa in campo per il cuore della nostra comunità.
Un lavoro particolarmente impegnativo ma assolutamente necessario che ci ha consentito di programmare il futuro del centro storico, valorizzandolo ulteriormente, evitando errori commessi in passato che, inesorabilmente, lo avrebbero destinato a seguire il destino di tantissimi altri centri storici: spopolamento e abbandono. Cosa che non accadrà nel nostro caso, anche perché cercheremo di fornire un quadro regolamentare che favorisca la possibilità di massimizzare tutte le opportunità che gli incentivi edilizi oggi offrono per gli interventi riqualificazione e ristrutturazione.
(Sala Consigliare Comune di Pianella, Convegno dal titolo “Conservazione e restauro del centro storico di Pianella”. (archivio comunale)
L’ultima domanda, che molti cittadini pianellesi e che sicuramente il nostro compianto amico Riccardo Di Sante vorrebbero rivolgerle: A Pianella ci sono molti cittadini appassionati ed impegnati direttamente nel teatro, nel cinema, nella danza, nella musica e nel canto; c’ è speranza di veder riaperto questo famoso e tanto discusso Teatro comunale?
Quella del teatro rappresenta una ferita aperta di cui abbiamo discusso più volte, anche con l’amico Riccardo, tanto che il finanziamento di euro 450.000, ottenuto dalla regione, grazie soprattutto all’impegno dell’attuale Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri mediante un Accordo di Programma Quadro, ha costituito uno dei primi impegni portati avanti. Purtroppo l’opera, ormai finalmente in procinto di essere realizzata, ha subito una battuta d’arresto nel momento in cui, all’avvio dei lavori, è stato necessario richiedere un accertamento tecnico preventivo al tribunale di Pescara che ha acclarato evidenti danni nei confronti dell’amministrazione comunale. Si tratta di una serie di vizi ed errori progettuali, riconducibili al vecchio appalto, che hanno comportato, da un lato, la necessaria sospensione dei lavori e, dall’altro, la necessità di rivedere tutto il progetto per poter porre rimedio alle gravi carenze presenti che avrebbero in concreto reso inutilizzabile la struttura.
Con il progetto di variante ed il riconoscimento definitivo dei danni potremo finalmente riprendere i lavori, auspicando davvero di poter consegnare alla Città una struttura culturale prestigiosa e funzionale, anche per valorizzare il grande fermento culturale che ci vede ospitare diverse accademie musicali e teatrali e registra molte iniziative amatoriali che meritano una adeguata collocazione.
Grazie per la cortese disponibilità e buon lavoro a Lei e ai suoi collaboratori.