Un appello ai parlamentari abruzzesi affinché correggano l’ingiustizia di cui sono vittime sei comuni abruzzesi, esclusi dai benefici che il “Decreto Rilancio” del Governo riserva alle cosiddette “Zone Rosse” istituite durante l’emergenza Covid-19.
E’ quanto chiede il presidente della CNA di Pescara, Cristian Odoardi, secondo cui «appare cervellotica, se non assurda, l’indicazione contenuta nell’articolo 112 del Decreto di circoscrivere gli aiuti ai soli centri che per almeno trenta giorni abbiano patito le restrizioni pressoché totali imposte alle attività ed alla mobilità delle persone. Un criterio, questo, che penalizza fortemente l’area Vestina, in cui ben cinque cittadine, cioè Penne, Civitella Casanova, Farindola, Montebello di
Bertona e Picciano, sono state dichiarate “Zona Rossa”, per un minimo di 20 giorni e un massimo di 26».
La grave penalizzazione – in Abruzzo si aggiunge all’elenco dei centri del Pescarese anche la frazione Villa Caldari di Ortona – rischia ora, se non corretta, di unire al danno anche la beffa, perché questi centri verrebbero esclusi ope legis dai benefici del decreto, e tutto questo solo per qualche giorno di differenza: «Perché, numeri alla mano – osserva ancora Odoardi – oltre alle
popolazioni, sono state tantissime le attività produttive presenti nei comuni interessati ad essere penalizzate da blocchi e restrizioni: e dunque non si capisce il motivo per cui debbano essere escluse da quanto concesso ad altre aree del Paese dallo Stato. Ci sono settori, in particolare trasporti, vendite al dettaglio, impiantistica, che forse più di altri hanno subito
pesanti limitazioni».
«Stiamo parlando, oltretutto – conclude il presidente della CNA di Pescara – di un territorio che già prima dell’emergenza sanitaria presentava forti criticità, il cui esito potrebbe aggravarsi dopo l’epidemia. La CNA chiede perciò ai parlamentari abruzzesi di tutti gli schieramenti di battersi per una modifica dell’articolo 112, in modo da far valere i giusti
diritti del comprensorio».