Dopo aver proposto la creazione di un hub vestina suggerito dal confronto con la prof.ssa Paola Dubini, partiamo da una realtà museale che costituisce un esempio di buona pratica da ispirare l’esperienza vestina: la Fondazione Museo R. Paparella Treccia e M. Devlet.
“Vi stavo aspettando..” è l’incipit di un racconto nel quale il Presidente Augusto di Luzio trasferisce tutta la gentilezza e la propensione ad infondere l’idea di un museo non chiuso ma aperto al mondo attraverso testimonianze di presenza costante.
Dott. Di Luzio come è nata l’idea di istituire a Pescara un altro museo importante?
Poeticamente le potrei dire che è nata quando, alla finestra di Villa Urania si è affacciato il professor Raffaele Paparella Treccia esclamando “Vi stavo aspettando!”
Quel bellissimo invito si rivolgeva all’allora Sindaco Carlo Pace e a me. Un sabato pomeriggio dell’ottobre del 1996, godendomi il pacato calore del sole autunnale, passeggiavo tra Via Regina Margherita e Piazza della Rinascita (Piazza Salotto) e Carlo interruppe quel mio girovagare con la notizia che il professor Paparella Treccia avrebbe avuto il piacere di donare alla città la sua prestigiosa villa e l’inestimabile collezione di ceramiche antiche di Castelli in essa conservate e prodotte tra il sedicesimo ed il diciannovesimo secolo dai più grandi ceramisti dell’epoca. Parliamo di Francesco Grue, Carlo Antonio Grue, Francesco Antonio Saverio Grue, Bernardino Gentili, Nicola Cappelletti, Gesualdo Fuina ed altri. Quasi commosso, dissi a Carlo di organizzare subito l’incontro e così andammo a Villa Urania e quella finestra che si aprì fu il simbolo di quella che sarebbe stata la nostra azione da quel momento in poi.
Come è stato l’incontro?
Straordinario, il professore custodiva nella sua villa oggetti unici reperiti e collezionati durante tutta una vita. C’era, in ogni singolo pezzo, l’amore per l’arte ereditato dalla madre, Antonietta Martinetti Bianchi, e lo stesso amore aveva anche la seconda donna della sua vita, la moglie affettuosamente chiamata Ghitty, che aveva permesso di non concludere quel lavoro minuzioso di ricerca e conservazione.
In che modo è avvenuta la donazione al comune?
Per Carlo Pace e me si trattava di tradurre in un atto concreto lo spirito di generosità del professore che assicurava a Pescara e al mondo la scoperta di opere uniche. Il 4 aprile 1997 nasce ufficialmente il Museo Raffaele Paparella Treccia e Margherita Devlet e l’omonima Fondazione, con sede a Villa Urania, un piccolo gioiello architettonico di fine Ottocento incastonato nel cuore centrale della città, a due passi da piazza della Rinascita.
Quale era l’esigenza del territorio ad avere un altro importante museo?
L’esigenza era data dal fatto che le due strutture presenti nel capoluogo adriatico, Museo Cascella e Casa D’Annunzio, non riuscivano più a soddisfare la crescente domanda di spazi proveniente da una città “affamata” d’arte nel senso più ampio del termine. In qualità di amministratore ritenni doveroso, da parte dello stesso comune, lasciare un segno nella cultura regionale, non limitandosi all’organizzazione di singoli e sporadici eventi allestiti qua e là, ma piuttosto investendo su uno spazio permanente adatto a ospitare importanti manifestazioni. E guardi che se da uomo pubblico di cultura imprimevo un sigillo agli obiettivi formativi ed educativi, dall’altro scorgevo fin d’allora le profonde connessioni tra quegli scopi ed il turismo.
Ci racconta quando la storia di Villa Urania incontra quella di Loreto Aprutino?
Villa Urania nacque nel 1896 per volontà del Barone Giandomenico Treccia e della consorte Urania Valentini, originaria di Loreto Aprutino, come residenza al mare. Le affinità storiche con l’area vestina non sono però solo legate alle origini dei proprietari della villa museo ma anche ad alcuni autori delle ceramiche in esposizione al museo Acerbo delle Ceramiche di Castelli a Loreto Aprutino.
Il patrimonio donato dal professor Paparella al comune a quanto ammonta?
Il patrimonio donato al comune di Pescara è notevole e si attesta complessivamente (edificio, ceramiche, dipinti) intorno ai 13 miliardi e 700 milioni di lire. La Fondazione è una ONLUS cogestita dal comune che nomina periodicamente alcuni membri del CDA; l’altro organo è l’Assemblea dei Soci Fondatori. Il comune sostiene la fondazione attraverso un contributo che varia in base al bilancio di previsione ed alla programmazione che vengono presentati dal Presidente e da tutto il CDA, che svolgono l’incarico a titolo gratuito e, vorrei mettere in evidenza, hanno permesso negli anni, una corretta gestione economico-finanziaria.
Accanto a questo, una grande competenza del personale interno composto dalle quattro operatrici culturali Raffaella Cordisco, Virna Caranci, Martina Puca e Federica D’Amato che, con l’apporto tecnico e scientifico, hanno condotto il museo verso un successo radicato nel tempo.
Quali sono, presidente, i risultati ottenuti in questi anni?
I risultati sono notevoli e nascono proprio da quella sinergia tra soci, amministratori e personale: circa 5.000 visitatori l’anno, molti da fuori regione e dall’estero, che, mediamente vengono perché attratti dalla pittura ma che alla fine si innamorano così tanto delle ceramiche da favorire un veicolo di trasmissione di conoscenza. Un altro punto forza è sicuramente la location, questa bellissima costruzione, con un singolare fronte dorico, progettata dall’ingegnere Francesco Selecchy.
Quali sono le principali entrate presenti nel bilancio del museo?
Le entrate derivano principalmente dallo sbigliettamento ordinario, dalla vendita dei cataloghi, dal merchandising (gadget), dai biglietti delle mostre e dal contributo del comune. E’ stata sempre assicurata la copertura delle spese sostenute e non di rado sono stati prodotti utili importanti.
Quali sono le attività che hanno inciso e che incidono maggiormente nella programmazione?
La qualità è il carattere che ispira ogni nostra azione, amministrativa ed artistica. All’interno di una programmazione annuale, inseriamo due mostre temporanee accompagnate da preziosi cataloghi. Queste attirano un grande pubblico che arriva e scopre quel “tanto di più” che conserviamo a Villa Urania. La curatela delle mostre è stata affidata nel tempo a critici importanti: il prof. Fabio Benzi ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” Chieti-Pescara, la prof.ssa Elena Pontiggia docente di Storia dell’Arte dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, il dott. Vittorio Sgarbi. Spesso hanno visto la partecipazione di personaggi importanti del jet set come Gino Paoli e Lucio Dalla.
Quali sono gli strumenti di comunicazione e promozione utilizzati?
La promozione avviene sia attraverso i canali tradizionali (conferenze stampa, articoli sulla stampa locale, articoli sulla stampa di settore), sia attraverso i canali non convenzionali (sito web, social network, testate online). Come Lacerba.
Aldo Di Fabrizio