RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – I lavoratori e le lavoratrici della Fondazione esprimono profonda amarezza e vivo disappunto per il silenzio mediatico e politico sceso sulla ingiusta vicenda della chiusura della Casa di Riposo Fraternità Magistrale di Città Sant’Angelo che fino allo scorso mese di febbraio ha garantito amorevole assistenza ad oltre 65 anziani occupando oltre 25 unità lavorative rimaste, oggi, senza stipendio e conseguente sostegno per le proprie famiglie.
Gli stessi lavoratori, costituitisi in comitato,in questi 3 mesi hanno lottato cercando di sensibilizzare gli Organi Istituzionali ( Prefettura, Ispettorato del Lavoro, Amministrazione Comunale, Dipartimento Prevenzione della ASL) richiamando la loro attenzione con comunicati stampa e manifestazioni di protesta ( vedi quella attuata presso la stazione di Pescara Centrale per l’inaugurazione del mercatino etnico) senza aver avuto finora nessun risultato concreto. Anzi……
In questi mesi di campagna elettorale il Comitato ha interessato e coinvolto anche tutti i nuovi aspiranti Sindaco del Comune di Città Sant’Angelo, posto che la Casa di Riposo costituisce, a detta di tutta la cittadinanza, una importante Istituzione ed un piccolo fiore all’occhiello del paese nonché, chiaramente, a contribuire e dar supporto alla economia locale. Ebbene in tutti i dibattiti pubblici seguiti dai lavoratori svolti sia sulle piazze che in televisione, nessuno di loro ha mai speso una parola o prospettato un’idea alternativa alla sua chiusura. Né tantomeno è stato posto nel loro programma elettorale.
Il Comitato spera che almeno in questi ultimi giorni di campagna elettorale la improvvida chiusura di questo Ente, che tanto disagio e sofferenza sta comportando, possa ancora avere il suo giusto spazio nell’agenda del dibattito sui temi politico-amministrativi dei futuri amministratori di Città sant’Angelo.
Il Comitato chiede, altresì, un ripensamento al Vescovo affinché riconsideri la sua netta posizione poiché per la conoscenza che si è potuta avere della documentazione relativa ai verbali di ASL e NAS ecc. non è mai emersa una indicazione chiara alla chiusura della Casa di Riposo bensì una richiesta di impegno alla messa a norma in ambito strutturale e documentale coincidente con i requisiti e le norme che regolano le attività sociali ma tutte compatibili in costanza di esercizio di attività assistenziale. Né tantomeno, ed a maggior ragione, è plausibile che un Giudice possa aver chiesto la chiusura dell’Istituto.
Insieme al ripensamento, infine, i lavoratori esortano Monsignor Valentinetti ad una profonda meditazione sulle parole espresse venerdì scorso (17 Maggio) dal Santo Padre Papa Francesco in occasione dell’incontro con l’Associazione Cattolica degli Operatori Sanitari (ACOS) verso le Istituzioni cattoliche che gestiscono i servizi sanitari ed assistenziali mettendole in guardia dall’applicazione delle regole di aziendalizzazione che ha posto in primo piano la riduzione dei costi e la razionalizzazione dei servizi portando a considerare i malati non come persone ma come numeri; concependo il servizio loro offerto alla stregua di una catena di montaggio dove gli stessi lavoratori sono “bruciati” da turni di lavoro troppo duri, dallo stress delle urgenze e dall’impatto emotivo. Ed ancor prima sul messaggio dato dal Papa in occasione della XXVII giornata mondiale del malato 2019 del 25 novembre 2018 dove appunto invita ancor più esplicitamente le Istituzioni Cattoliche sanitarie a non cadere nella idea di aziendalismo ma pensare alla salvaguardia e la cura della persona più che al guadagno…….. come fa Dio: perché Dio fa così.
Il portavoce
Giorgio Di Francesco