Non sappiamo ancora, con certezza, se le elezioni regionali slitteranno alla primavera prossima. Comunque vada a breve saremo chiamati a rinnovare il Consiglio regionale dell’Abruzzo.
Da tempo si prefigurano strategie e si preparano liste e candidature, si coltivano ambizioni e rivendicazioni di ruoli. Nulla di nuovo si obietterà, anche in passato lo scenario era identico, ma i partiti erano ancora in vita; con evidenti vizi e difetti, ma con un radicamento vero sul territorio e la capacità di selezionare la classe dirigente in ragione di un rinvenibile percorso politico, istituzionale o professionale.
In questa società liquida ogni punto di riferimento è venuto meno e tutti sono candidati a tutto. Ancor più se con scarse idee e progetti, ma fotogenici e largo uso dei social media.
Al netto di tatticismi ed effimere liturgie restano evidenti a tutti i problemi: assenza di collegamenti decenti, strutture sanitarie vetuste e costantemente ridimensionate, artigianato che boccheggia, agricoltura sofferente e prodotti tipici di qualità ma poco riconoscibili. Caratteristiche paesaggistiche interessanti e non fruibili. La domanda vera – senza risposta – è sempre la stessa: l’area vestina come si colloca in questo scenario? Quale ruolo dovrà rivendicare? Ancora una volta ci concederanno candidature di mero servizio, che porteranno voti ai vari schieramenti in campo senza nessuna possibilità di essere eletti e il giorno dopo le elezioni torneremo a piangerci addosso? A giudicare da quello che vediamo o, meglio, da ciò che non accade, prepariamoci ancora una volta al peggio: al probabile rammarico e sconforto del lunedì successivo alle elezioni. La rassegnazione è una caratteristica che ci sovrasta e forse identifica.
Ma questa volta non ci saranno scuse da accampare e la condanna dei cittadini sarà netta. L’indignazione più forte la dovrebbero manifestare i giovani, quelli ai quali stiamo sottraendo ogni minima possibilità di immaginare un futuro possibile in questo nostro comprensorio.
Una cosa è chiara e nessuno può fare finta di ignorarla: spetta a Penne, senza ambiguità, l’onere di promuovere una seria riflessione che possa far nascere in fretta una sinergia di area. L’invito esplicito, forte e accorato al Sindaco Semproni è quello di assumere un’autorevole iniziativa rivolta ai colleghi primi cittadini dei paesi contigui. Il tempo a disposizione è davvero breve e questa potrebbe essere l’ultima irripetibile occasione, non buttiamola alle ortiche.
Penne, 27 agosto 2018.
Leandra D’Angelo
Giuseppe Cantagallo
Vincenzo Di Simone
Lauro Bifari