Un appuntamento da non perdere quello di sabato prossimo, 28 ottobre 2017, alle ore 15,30, presso la sala consiliare del comune di Penne, con la dott.ssa Cristina Perilli, psicoterapeuta, esperta di dipendenze e ludopatie, e il dott. Dante Orlando, medico del San Massimo.
Tema della conferenza: “L’AZZARDO non è un gioco”. Per la dott.ssa Perilli è una riproposizione, a Penne, dell’argomento della grave ludopatia del nostro tempo, il gioco d’azzardo. Ne parlò già giusto due anni fa, in occasione della presentazione del suo libro: “Giocati dall’azzardo – Mafie, illusioni e povertà” (Sensibili alle foglie, 2015, pp.224). Un cospicuo contributo scientifico al fenomeno inquietante della dipendenza patologica dal vizio dell’“azzardo” nel gioco che andrebbe letto nelle scuole, considerate le dimensioni impressionanti del fenomeno, specie in Abruzzo. Non sappiamo se abbia perso il triste primato ma, nel primo semestre del 2012, la nostra regione era la prima in assoluto per spesa pro-capite nel gioco d’azzardo (dati del Monopolio di Stato). Ora s’è mosso pure il governo regionale, approvando, il “Piano regionale 2017-2018 Gioco d’Azzardo Patologico” (GAP) (Del.n.383 del 14.07.17) che si ripropone di prevenire e contrastare il gioco d’azzardo patologico, con una programmazione specifica. Non tragga in inganno il luogo pubblico che ospiterà la conferenza (anche se è un po’ come parlare di risparmio in casa di un usuraio..)! Infatti, il capataz dei “faraoni”, quelli che, impuniti, fanno tutto e, se gli pare, il contrario di tutto, è sempre lo stato, inteso come greppia pubblica allargata. Diceva Papa Francesco: «Se un credente parla della povertà e conduce una vita da faraone: questo non si può fare»! Il faraone italico che “puote” ciò che vuole “e più non dimandare” è lo stato, biscazziere di nota e sconcia fama! Con la bava alla bocca e le dita lerce di “sterco del demonio”, specula “giocando” sulla melassa criminogena legislativa. Il gioco d’azzardo in sé è vietato, ma siccome gli interessa come trogolo finanziario non come piaga sociale, ha pure raddoppiate, dal 1^ ottobre scorso, le tasse sulle vincite, sopra i 500 euro. Per esso, come diceva Cetto La Qualunque, i soldi sono come la droga: “più gliene dai e più ne vuole”. Abbramato, sconquassa ogni pudicizia, ogni logica e ogni coerenza pur di sgraffignarne. Di certo, “istiga” al suicidio i ludopatici, in totale esenzione di responsabilità, essendo noto che “il 50% di questi malati ha pensato al suicidio e il 17% lo ha tentato”. Lo scrive il Piano regionale 2017-2018 GAP (pag. 4)! Ciononostante, lo stato, more solito, se ne fotte, fa il magnaccia e beffardamente impiega i soldi degli stessi giocatori anche per curare quelli, tra loro, irriducibili ma, nel contempo, s’assicura il turnover favorendo il gioco d’azzardo e, dunque, la ludopatia in nuovi soggetti, garantendo, in una giostra ininterrotta, continuità al suo lucro fino alla loro cura, se ci arrivano! Uno stato psicotico e dal cervello traviato, testimonial dei disastri della legge 180 che abolì i manicomi! E molto subdolo. Scriveva Cristina Perilli: «Non c’è stato un solo governo..che non abbia incentivato il gioco d’azzardo, siccome è più comodo chiedere soldi al popolo invece che attraverso le tasse con una attività che in qualche modo li diverta. Quello che è successo con il terremoto di Abruzzo è stato veramente brutto perchè si è detto alla gente: “Gioca che così con i tuoi soldi aiutiamo i terremotati d’Abruzzo !“. Imbonitore da suburra! Il noto sovversivo della legalità costituzionale, lo stato, dimentica che essa tutela il diritto alla salute dell’individuo e, persino, l’“interesse della collettività” per “quella” salute (art. 32, c. 2)! Quali guasti, sciagure, drammi (che si riversano anche su parenti e amici) siano tollerati dalla meschina, connivente e interessatissima “legalità” italica, lo spiegheranno la dott.ssa Perilli, ancora una volta, e il dott. Orlando. L’auspicio è che nella sconcertante altalena dello stato prevalgano le azioni di contrasto del fenomeno ludopatico. Come catechisti, i relatori ammoniranno sui rischi generati dall’“inconsapevolezza” intorno ad esso, spiegandone meccanismi e implicazioni, ma annunceranno anche, per “fortuna”, le “buone pratiche” di prevenzione e, per i casi conclamati, le possibili soluzioni. Un problema, quello del gioco d’azzardo, dalle dimensioni ormai inquietanti e che non è più possibile sottovalutare.
Penne, 25 ottobre 2017 Giovanni Cutilli