Esproprio Carmine, il Comune vuole rivalersi su Asl e Regione

PENNE – La giunta di Rocco d’Alfonso ha dato l’incarico all’avvocato Ugo Di Silvestre affinché studi tutte le iniziative possibili allo scopo di rivalersi nei confronti della Asl di Pescara e della Regione sulla questione del Carmine.

L’ente locale vestino infatti è costretto a risarcire gli eredi Cutilli per il mancato pagamento dell’esproprio di parte dei terreni dove è sorto il complesso socio-sanitario che è di proprietà esclusiva della Asl. Una vicenda che è arrivata alla fine a oltre quarant’anni dai fatti. Il mancato esproprio dei terreni (11.120 metri quadrati occupati nel maggio 1974 e 1.692 mq. nel febbraio 1976) agli eredi Cutilli è un ordinario caso di mala burocrazia italiana. E’ bene tornare a precisare ciò che è accaduto in questi lunghi anni. UN MANICOMIO A PENNE. A partire da quel 2 settembre 1972: la Provincia ottiene dal prefetto il decreto per occupare il terreno dei Cutilli dovendo costruire un manicomio, al Carmine, come deciso nel 1971 quando viene affidato l’incarico della progettazione agli ingegneri Gigli e Cantamaglia. Un mese dopo, l’ufficio tecnico provinciale redige il verbale di consistenza della masseria con la casa colonica dei Cutilli. Il 12 marzo 1973 la Provincia chiede ed ottiene dal Comune il nulla osta ai lavori. E così occupa i fondi rustici dell’ex masserizia Cutilli il 22 maggio 1974 e il 4 febbraio 1976.

1981, ECCO IL COMUNE. I lavori sono appaltati all’impresa Cavallucci di Chieti che nel 1977 demolisce l’ex casa colonica. L’impresa realizza le unità residenziali, il laboratorio socioergoterapico, la centrale termica e il centro direzionale di assistenza e attività collettive, le opere indicate cioè nel verbale di consegna amministrativa dell’1 aprile 1981 alla Ulss di Penne ed al Comune rispettivamente per le funzioni tecnico-sanitarie e per i compiti burocratici per effetto della legge 833 del ’78 (in vigore dal 13 dicembre 1979) che fa nascere le Usll locali fra cui quella di Penne.

SOSTIENE IL PROFESSOR OSVALDO PROSPERI, legale da sempre del Comune: “I diritti degli eredi Cutilli, reclamati a partire dal 16 marzo 1988, sono caduti in prescrizione e l’illecito civile comunque è della Provincia che nel decennio 1972-1981 ha fatto tutto: l’accessione invertita dei terreni si verifica in un solo momento, cioè nel secondo semestre del 1979, mentre la strada comunale dei Mulini risale alla seconda metà del 1971”. “E’ questo il motivo-sottolinea Prosperi, incaricato dal commissario prefettizio Luciano Mauriello sin dal 16 marzo 1988 quando la famiglia Cutilli avvia la causa-per cui la legittimazione passiva appartiene alla Provincia, e non anche al Comune. La Provincia infatti ha fatto l’occupazione d’urgenza, ha acquisito il possesso dell’ex masserizia e fatto tutto il resto al Carmine”. Si arriva al 1992 quando tutto il complesso, pur non ultimato e parzialmente utilizzato, viene ex lege trasferito nel patrimonio della Asl di Pescara a seguito del decreto legislativo 502 del ’92 con accatastamento sotto un’unica particella: la 789, foglio di mappa 58, intestata all’azienda sanitaria. Una disponibilità esclusiva dall’1 aprile 1981 che ha visto la creazione del distretto sanitario di base e del consultorio familiare, previa intestazione catastale e realizzazione di piccoli manufatti serviti dalla strada dei Mulini.

COSA C’ENTRA LA REGIONE. “Ragion per cui-ha sempre osservato, anche in cassazione, Prosperi-è conseguenziale ipotizzare una concorrente legittimazione passiva della Asl di Pescara e della Regione quale successore ex lege di tutti i debiti ante 1995 delle Asl”. LA PERIZIA INCHIODA IL COMUNE. A decidere la vertenza pluridecennale ha pesato la perizia del consulente tecnico d’ufficio del tribunale di Pescara, l’ingegner Luciano De Gregorio. Secondo lui, la vicenda espropriativa è intervenuta anziché l’1 aprile 1981 in tre momenti ovvero: a giugno 1981, nel dicembre 1983 e nell’aprile 1991, data del collaudo complessivo. I terreni in questione passano da zona agricola a zona per attrezzature sanitarie ed ospedaliere grazie al piano regolatore generale del 1977. Altra figura chiave è un giudice onorario del tribunale di Pescara sul cui tavolo arriva il fascicolo: è Belletti, a fine 2004, che condanna il Comune a pagare agli eredi Cutilli 3.408 euro per occupazione legittima, 91 mila euro per quella illegittima e 228 mila euro quale corrispettivo per la perdita di proprietà, oltre ad interessi e rivalutazione monetaria. Oggi, dopo la pronuncia della corte d’Appello e della cassazione, che ha rimesso alla corte aquilana solo la valutazione del quantum finale (ottenuto un leggero sconto), l’esborso comunale ammonta ad oltre 700 mila euro.

Berardo Lupacchini

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