Il Consiglio di Stato, accogliendo l’appello delle diverse associazioni animaliste (WWF Italia, LNDC, Animal Protection e LAV), decide che la Regione Abruzzo non può abbattere i 479 cervi. I giudici di secondo grado hanno ribaltato, in questo modo, l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni contrarie all’abbattimento degli animali. Quindi, la palla torna nuovamente nelle mani del Tar che dovrà pronunciarsi, ancora una volta, nel merito, come stabilito nell’ordinanza del Consiglio di Stato. Marco Marsilio e il vicepresidente ed assessore all’agricoltura, alla caccia e all’ambiente Emanuele Imprudente, scrivono: “Prendiamo atto del pronunciamento con serenità e fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria, così come non abbiamo prodotto alcuna euforica considerazione in occasione della precedente ordinanza del TAR che non ha accolto la richiesta di sospensiva, argomentando la legittimità della procedura amministrativa. Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un’apposita udienza. Sarà infatti il TAR a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi”.
“Accogliamo – dichiarano Francesco Taglieri e Erika Alessandrini, Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle – con soddisfazione la decisione, da parte del Consiglio di Stato, di sospendere la caccia al cervo in Abruzzo. Si tratta di un passo di straordinaria importanza verso una pronuncia definitiva nel merito, la stessa per cui continueremo a lavorare come fatto fino ad oggi in stretta collaborazione con le associazioni del territorio, con le istituzioni locali che hanno mostrato una spiccata sensibilità e con i tanti volontari e attivisti che sono scesi in strada insieme a noi per protestare contro uno dei tanti provvedimenti folli della Giunta Marsilio. Adesso esultiamo per questo risultato ma, già da domani, continueremo a spenderci per la tutela di uno degli animali simbolo della nostra regione. Il nostro impegno non termina qui ma anzi, alla luce di questa sentenza, ne esce ancora più rafforzato e determinato ad andare avanti.
Le parole del Consiglio di Stato sono chiare e non lasciano spazio a dubbi quando recitano che ‘per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare in primo grado e, per l’effetto, sospende la delibera regionale impugnata’. Un’affermazione netta su cosa non può essere fatto, non nelle modalità e nei tempi che quest’amministrazione regionale aveva immaginato quando proponeva l’abbattimento di 469 esemplari predisponendo, peraltro, un tariffario per poterli uccidere, cuccioli e madri comprese. Come Consiglieri regionali abbiamo fatto moltissime audizioni nelle Commissioni del Consiglio regionale, chiedendo all’Assessore Imprudente, primo fautore di questa rinnovata stagione di caccia, di tornare sui propri passi, di ascoltare le infinite proteste levatesi dall’opinione pubblica italiana, di rendere merito agli studi che spiegano come la caccia non sia la soluzione più pertinente e di studiare, quindi, modelli nei quali la convivenza tra uomo e fauna selvatica è virtuosa e dunque possibile”.
“Altro passaggio di straordinaria importanza in questa sentenza è quello relativo all’omesso monitoraggio con riferimento al Piano faunistico venatorio nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (‘… sia pure in esito alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, si apprezzano profili di possibile fondatezza del ricorso di primo grado, che meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio’). Insomma, Imprudente e tutto il centrodestra sono stati sordi a qualsiasi alternativa, chiusi a riccio sui loro interessi anche quando cercavamo dialogo e spiegazioni, invece di propaganda e slogan elettorali. Non hanno mai voluto realmente aprire alla possibilità di rivedere questa scelleratezza, ed ora che il Consiglio di Stato si è pronunciato, dovrebbero fare ammenda con tutti gli abruzzesi per la pessima figura che hanno fatto fare alla nostra regione. L’Assessore Imprudente, sconfitto in maniera così perentoria, dovrebbe altresì riconsegnare le deleghe del proprio mandato”.