Era strapiena la Sala dei Marmi della Provincia di Pescara ieri pomeriggio, in occasione dell’evento “Cantiere delle idee – Pescara 2027: come si scrive un programma che si capisce”, organizzato da Spazio Itaca e dall’Officina dell’on. Luciano D’Alfonso.
All’incontro hanno preso parte – insieme all’on. Luciano D’Alfonso – i consiglieri regionali Luciano D’Amico, Silvio Paolucci e Antonio Di Marco, il consigliere comunale di Pescara Marco Presutti, la sindaca di Spoltore, Chiara Trulli, candidate e sostenitrici del Partito Democratico e portatori di pensiero per la città adriatica.
Nel corso della manifestazione si sono susseguiti molti interventi che hanno esposto idee e progetti per la città adriatica, offrendo una pluralità di spunti per un centrosinistra che voglia candidarsi a guidare la trasformazione e lo sviluppo della città nuova che nascerà da Pescara, Montesilvano e Spoltore.
“Dieci anni fa, centomila autoconvocati hanno voluto una nuova forma urbana – ha affermato D’Alfonso – siamo l’unico caso in Europa in cui un referendum anticipa una legge. Solitamente è la legge che viene concepita e poi validata da un referendum, in questo caso sollecitato da persone intelligenti capitanate da Carlo Costantini. Si tratta di un ribaltamento interessante, purché non si perda di vista la linea: non è l’ingrandimento demografico che determina il successo di un’operazione come questa, ma il riconoscimento relazionale e la reciprocità. Pensate ad Ancona, che ha meno abitanti di Pescara ma prende più risorse perché ha più funzioni, più reti e più servizi”.
Secondo il deputato dem “le istituzioni nascono e progrediscono se producono convenienze. Per adesso, questa crasi un po’ fantasmagorica non ha contenuti; anche per risolvere la questione dei
servizi associati, che si potrebbero realizzare attraverso una cooperazione rafforzata, non è necessario fare una fusione. Noi dobbiamo capire qual è il progetto di fusione che vogliamo fare per raggiungere certi obiettivi nei prossimi 50 anni perché, quando nasce, una città deve dare non solo dei diritti ma anche dei doveri in più. Quali sono i diritti e i doveri in più che darà la nuova Pescara?
Per ora vedo solo impiegati che riempiono cartelle, ma non è lì l’anima di questa città rinnovanda. Dunque cosa vuole essere questa nuova conurbazione? Una città dei G7 degli assessori al costo di un milione di euro? La stella cometa di questa nuova comunità deve essere un nuovo contratto sociale fatto di diritti e di doveri in più, di convenienze e di facilità”.
L’assemblea, durata due ore e mezza, è stata conclusa dall’intervento di Luciano D’Amico che dagli spunti offerti dalla discussione ha colto il disegno di un programma di sviluppo di Pescara nuova da verificare e condividere moltiplicando le occasioni di confronto nei mesi a venire.