La notizia è giunta all’improvviso: Domenico Palmieri, il responsabile dell’ortopedia degli ospedali di Penne e dal 2019 anche di Popoli, ha lasciato la Asl pescarese. Dopo dieci anni di onorato servizio il professionista si è dimesso qualche giorno fa con decorrenza immediata. E’ accaduto tutto così in fretta da aver avvisato tardivamente il datore di lavoro aziendale che ha deciso di trattenergli ben tre mensilità di retribuzione, ai sensi della normativa vigente. Cosa abbia spinto il noto ortopedico, anche degli sportivi ad andarsene, non è dato saperlo, anche se alcune ipotesi vengono formulate nell’ambiente sanitario: la rottura con i vertici aziendali, qualche oscuro episodio di corsia e la probabile assunzione in qualche clinica privata. Il 46enne ex primario si è laureato a Chieti nel 2003, specializzandosi cinque anni dopo nella medesima università, sempre con il professor Claudio Alberto Orso, autore di una tesi sulla chirurgia del ginocchio assistita dal computer. Aveva lavorato negli ospedali marchigiani di San Benedetto del Tronto e di Macerata.
Una particolare predilezione, la sua, per la chirurgia protesica. In attesa di capire chi ne prenderà il posto, il San Massimo, l’ospedale pennese, perde una figura di riferimento che con il tempo aveva attirato in tanti. L’ospedale da un anno è un cantiere per via della riqualificazione finanziata con 16 milioni di euro: la Farmacia ed il Laboratorio analisi stanno per essere trasferiti nella palazzina D.
“Terminati tali spostamenti, il blocco B4 sarà completamente libero da cose e persone e potrà essere messo a disposizione dell’impresa per la realizzazione dei lavori oggetto di contratto”, fa sapere la Asl. Qualche giorno fa, si è tenuto un incontro a Penne in cui hanno partecipato il direttore sanitario aziendale Rossano Di Luzio, Luigi Lauriola dell’ufficio tecnico e Lara Costanzi, direttrice sanitaria dell’ospedale; presente anche il sindaco Gilberto Petrucci. Si è parlato di diversi temi, in particolare della fisioterapia: un milione di euro di attrezzature è ancora inutilizzato in attesa che esse siano collocate in locali non ancora disponibili.
Una situazione piuttosto imbarazzante. Un annuncio: una quindicina di posti letto di lungodegenza troverà posto nell’ex cardiologia. Tornerà il bar interno il cui gestore va individuato con un bando pubblico: gli spazi per accoglierlo sarebbero stati individuati nell’ex archivio della palazzina degli uffici. “Abbiamo chiesto inoltre di riattivare l’urologia, almeno una volta a settimana. Per quanto riguarda la neurologia, aspettiamo un tecnico per far funzionare l’elettromiografia bloccata da troppo tempo che ritarda non poco i tempi di attesa. Per dare un giudizio positivo attendiamo il rispetto delle promesse e dei tempi”, commenta Gabriele Pasqualone, segretario regionale della Fials.
Berardo Lupacchini