PENNE: SE APRISSE IL CARMINE
Ci sarebbe un piano, il comune si muove in attesa della ASL

Qualcuno è interessato alla struttura socio-sanitaria del Carmine, l’eterna incompiuta di Penne finita nel 2012 nell’inchiesta della commissione parlamentare sugli sprechi della sanità: è costata 25 miliardi di vecchie lire e contiene persino un teatro con 300 poltrone. Sarebbe un imprenditore campano che da anni opera nel settore ad essere intenzionato a trasformare 7 mila metri quadrati in una residenza sanitaria assistenziale, ovvero ciò che doveva essere e non è mai stato: progettata per 120 posti letto dopo che tramontò l’obiettivo per cui nel 1973 venne pensata, cioè un ospedale psichiatrico. Il Pescarese avrebbe una capienza di 250 posti letto.

L’operazione Carmine per ora è coperta da un certo riserbo. In ogni caso, dovrà intervenire la Asl di Pescara proprietaria dell’immenso stabile oggi piuttosto degradato. L’amministrazione comunale nel 2016 venne condannata a sborsare intorno agli 800 mila euro per chiudere la partita dell’esproprio dei terreni con la famiglia Cutilli. Ora l’ente locale si sta impegnando per realizzare uno studio di fattibilità e soprattutto reperire le risorse necessarie alla riqualificazione. Lo ha fatto sapere il sindaco Gilberto Petrucci dopo l’approvazione della mozione presentata in consiglio comunale dal capogruppo di maggioranza Federico Domenicone.

Petrucci è stato delegato a seguire in prima persona il dossier. “La nostra amministrazione è impegnata a sostenere un progetto e un piano di fattibilità per destinare il vecchio ospedale ad una nuova vita”. Qualche mese fa, la giunta pennese aveva richiesto all’azienda sanitaria di volersi prendere in carico la struttura in comodato d’uso con la stessa modalità operativa utilizzata per l’ex Sert di via Caselli, rimesso a nuovo e gestito dall’ente locale. La risposta fu la necessità di valutare meglio sul piano giuridico alcune questioni. Qualche anno fa la stessa Asl di Pescara aveva pensato ad una riqualificazione importante, ma in nessun caso si è arrivati al dunque e all’apertura della struttura. Nel 2001 fu il polo ospedaliero privato del San Raffaele di Milano a proporsi alla Asl, diretta allora da Gabriella Palmeri, ma non se ne seppe più nulla. Nelle prossime settimane invece se ne saprà di più. Attivare un centinaio di posti letto darebbe lavoro ad altrettante maestranze.

B.Lup.

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