Pianella: esattori modello D’Ambrosio. Il caso Ris.co. fra buchi e maneggi

PIANELLA – Un buco di 770 mila euro è l’eredità lasciata dalla Ris.co srl ai suoi soci, e cioè il Comune di Pianella al 42% e per il resto in mano ai Comuni di Loreto Aprutino, Nocciano e Catignano.

Si tratta della società nata nel 2010 che ha gestito la riscossione delle entrate comunali di quei Comuni: la vecchia Ici, la tassa rifiuti e la tassa di occupazione del suolo pubblico. Un deficit patrimoniale inspiegabile alla luce della positività dei bilanci approvati. Lo scrive nella sua relazione, redatta a novembre scorso, il dottor Ettore Di Berardino, il liquidatore: un documento uscito dal Comune di Loreto Aprutino dopo che aveva fatto richiesta di accesso agli atti il commercialista Alberto Cerretani, consigliere comunale di minoranza. La vicenda della Ris.co è pertanto destinata ad avere un seguito in altre sedi. Già, perché Di Berardino ha sottolineato una serie di vistose irregolarità contabili e di gestione. Come quella del 2011 quando la società pubblica vestina acquistò per 67 mila euro un ramo di azienda da Ris.co srl di Francavilla su mandato del solo sindaco di allora di Pianella, Giorgio D’Ambrosio, e non dall’assemblea dei soci. Lo stesso D’Ambrosio, dalla relazione di liquidazione, emerge come l’autentico regista della società in tutti i suoi movimenti. Spicca anche l’attività sull’Ici per conto del Comune di Loreto senza un contratto. E’ stato Sandro Marinelli, attuale sindaco di Pianella, a mettere a nudo la gestione della srl. Il Comune di Loreto si è rivolto all’avvocato Claudio Di Tonno per tutelare i suoi interessi.

Berardo Lupacchini

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