IL SORRISO DI GIANLUCA DI ZIO Non lo dimentichiamo quel sorriso, c’è tanto ancora da fare per e nel nome di Gianluca.
“Ciao Gianluca, hai visto quante persone ci sono qui con te oggi? ”
Inizia così la lettera che Claudio Ferrante, Presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate di Montesilvano, ha letto per le esequie di Gianluca Di Zio, amico e socio fondatore, deceduto il 15 luglio 2024 a soli 52 anni.
Una storia incredibile, la sua, la cui straordinarietà si evince proprio dalla potenza dell’energia emotiva della folla che ha partecipato all’ultimo saluto, avvenuto nella Chiesa di Chiesa di Santa Maria Regina in Mirabello, in c.da San Pellegrino, a due passi da Loreto Aprutino dove, il 24 maggio, nella Chiesa di San Pietro, furono celebrati i funerali del fratello Mauro Di Zio. Tante le dimostrazioni di affetto anche in quella occasione, come se per certe figure di uomini, la Terra non bastasse più a contenerne il valore. Rimane a custodire il ricordo mamma Gianna, che, come sottolineato dalle testimonianza di Ferrante, oggi diventa la mamma di tutti gli amici fraterni di Gianluca, un popolo di occhi lucidi che gli sono stati accanto fin dagli inizi di quel maledetto incidente del 1999 che lo costrinse sulla sedia a rotelle. Occhi lucidi ma anche tanti sorrisi perché la fortuna di aver conosciuto e amato Gianluca è comunque un bene che sopravvive alla morte.
Il popolo di Gianluca che, come un fiume, si distende da Loreto Aprutino, dove ci sono gli amici di infanzia, fino a Montesilvano, dove viveva e dove, coinvolse Claudio Ferrante nelle battaglie per l’abbattimento delle barriere architettoniche e della salvaguardia dei diritti delle “carrozzine”. A lui si deve la Proposta del “Mare senza Barriere”, progetto condiviso e realizzato nel luglio 2021 sul litorale di Montesilvano.
Ma la carrozzina non è lo spartiacque di un prima e dopo: Gianluca, ci racconta l’amico d’infanzia Gianluca D’Addazio, aveva il dono della tenacia del sorriso. Fin da piccolo era attraversato da questa bonaria capacità di portare serenità anche nei giochi di gruppo.
“L’incidente gli aveva procurato una sofferenza fisica ma la sua mente e la sua razionalità erano profondamente argute” -racconta l’amico- “Spesso lo portavo in cantiere per chiedergli un parere su come evitare le barriere architettoniche. Per Civitella Casanova il suo contributo fu determinante!”.
In un mondo di arrabbiati lui riusciva sempre a trasformare la difficoltà in opportunità. E che questo non sia solo retorica “da funerale“è un fatto che, come testata, vogliamo donare come testimonianza della comunità di Loreto Aprutino. Scherzava anche su questo Gianluca “Ma io sono di San Pellegrino, confine tra Penne e Loreto!”. E lui sapeva che il mondo gli apparteneva tutto, che non c’erano confini e le uniche barriere erano solo nella testa.
Se ne è andato un guerriero dal cuore grande, lasciando ad ognuno un pezzetto di quel cuore. Scriveva De Andrè “Se ti tagliassero a pezzetti il vento li raccoglierebbe il regno dei ragni cucirebbe la pelle e la luna tesserebbe i capelli e il viso e il polline di Dio di Dio il sorriso”.
Non lo dimentichiamo quel sorriso, c’è un’Associazione determinata che è nata da quegli angoli protesi verso le orecchie e c’è tanto ancora da fare per e nel nome di Gianluca.
LETTERA DI CLAUDIO FERRANTE
Ciao Gianluca, hai visto quante persone ci sono qui con te oggi? Non sono qui per sbrigare una formalità, ma sono qui perché ad ognuno di noi hai insegnato qualcosa che nemmeno la filosofia, la psicologia o la letteratura hanno saputo spiegarci. Il tuo insegnamento si chiama amore per la vita o meglio senso della vita.
La vita è meravigliosa e quando sembra di conoscerla e darti le arie per raccontare a tutti la magia della mosca, arriva qualcuno che ti insegna la bontà dell’anguria e il desiderio di essere seduto per una sola ora su una sedia a rotelle.
Tutto questo non ci è stato trasmesso durante una festa in discoteca, ma in un reparto che si chiama hospice e lo hai fatto attraverso una comunicazione labiale accompagnato da un sorriso magnetico che ha contraddistinto tutta la tua vita e ha catturato tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerti, incontrati e frequentarti.
Siamo qui Gianluca per ringraziarti, perché hai insegnato a tutti noi a vedere il bello anche quando il bello non c’è. Con la tua delicatezza e signorilità ci hai fatto capire, perché spesso lo dimentichiamo, il motivo per il quale siamo in questo mondo e cosa vogliamo fare della nostra vita e ci insegni, ma senza redarguire nessuno, che il senso che vogliamo dare alla nostra esistenza dipende da noi.
E nonostante tu ci abbia insegnato la felicità, oggi ci vedi tristi ma so che ci perdonerai e ti prometto che da domani, tornerò ad essere felice 10 e lode.
Oggi tra i tanti amici ci sono anche quelli della tua Associazione. Associazione che hai fatto nascere e per la quale ti sei battuto ogni giorno, perché ogni giorno hai lottato per la cosa più importante che la storia ci abbia consegnato, la libertà, sì perché lotta alle barriere architettoniche significa questo e ti assicuro che continueremo a batterci affinché tutti siano liberi di andare dove vogliano.
Caro Gianluca, io e Mirco ti chiediamo scusa per non essere riusciti a riportarti a casa e chiediamo scusa anche alla bravissima mamma Gianna, a Nada, ai tuoi cugini e cugine e parenti meravigliosi, ma credeteci ce l’abbiamo messa tutta studiando strategie anche di notte. Ma lo so che ci hai già perdonati, è nel tuo stile.
Cara Gianna, donna e mamma straordinaria, una cosa mi ha tanto colpito quando mi hai detto “ora come faccio? Non ho più nessuno!” Non è vero che non hai più nessuno, guardati attorno siamo tutti tuoi figli e noi come figli ti ringraziamo perché sei la mamma che tutti nella vita desiderano avere. Lo sa il tuo compagno Rocco e lo sanno benissimo sia Gianluca che Mauro e sono orgogliosi di avere avuto una mamma meravigliosa!
Grazie anche a te Mirco per aver esaudito tutti i desideri di Gianluca non lasciandolo mai un solo minuto.
Caro Gianluca, sto per concludere ma ti dico un’altra cosa: stanotte mentre scrivevo questo messaggio pensavo “ora gli dico vola caro Gianluca nel cielo libero e mettiti a correre”, avrei sbagliato perché non è questa la felicità che chiedevi, non avevi bisogno di correre per essere felice, ma sarebbe bastato anche solo stare seduto, lo ripeto in modo che nessuno possa scordarlo, una sola ora su una carrozzina. Lo so che non te la prenderai con me perché tu non ti arrabbiavi con nessuno, ma Gianluca il fatto che tu non possa esserti seduto da mesi una sola ora al giorno in carrozzina mi fa star male dalla rabbia e non so con chi posso prendermela. Tranquillo non chiamerò più i carabinieri come ho fatto per il pronto soccorso, ma una cosa la farò grande mio maestro di vita. Non mi lamenterò mai più di essere seduto da troppo tempo in carrozzina perché tu ancora una volta mi hai fatto capire che è un privilegio, proprio come l’anguria.
Grazie Gianluca grazie a nome di tutti per aver reso bella la società.
Ti porterò sempre come esempio di rara umanità. Buon viaggio verso le stelle Gianluca.