24 gennaio 1944/Settant’anni fa, Penne bruciava

PENNE – La mattina del 24 gennaio 1944 le bombe degli Alleati tornarono a infiammare il capoluogo vestino. 81 caccia-bombardieri lanciarono 55 tonnellate di bombe dalle otto alle 14.

Vennero colpiti la pretura, il teatro Santa Cecilia, il duomo, l’ospedale, il cimitero, San Domenico, il Seminario, la ex sottoprefettura. Vi furono in tutto 15 morti. L’obiettivo era il bosco Caracciolo dove fino al giorno prima erano nascosti i tedeschi. Poiché alcune bombe rimasero inesplose, ritenendosi rischioso rimuoverle o neutralizzarle, vennero fatte brillare sul posto completando la distruzione di piazza Luca da Penne. Già il 13 gennaio, alle 11, erano comparsi nel cielo sopra Penne e Loreto Aprutino le fortezze volanti americane: le bombe caddero nei rioni di San Panfilo e di San Giovanni Evangelista: 5 morti. La contrarea abbatté un bombardiere caduto a Collefreddo. I rottami, recuperati, vennero trasportati nella scuola d’Arte e dei mestieri che ne ricavò assortiti oggetti d’arte in alluminio. Due mesi prima, il 7 novembre 1943, il trenino elettrico sulla Penne-Pescara, composto da due vetture e dalla motrice, guidato da Leone e dal capotreno Sciarretta, ad un km dalla galleria di Collatuccio, fu attaccato alle spalle da 4 aerei inglesi. Erano le 15: al primo attacco morirono parecchie persone, capotreno compreso. Il guidatore Leone accelerò per raggiungere la galleria, ma al secondo attacco venne colpito il serbatoio dell’aria compressa ed il treno si fermò proprio all’imbocco della galleria, restando esposto ai successivi attacchi che completarono la strage: più di 30 morti, di cui 17 pennesi il bilancio.

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