“Ben 5mila nuovi alberi piantumati nei primi cinque anni di consiliatura, oltre 2milioni di metri quadrati di verde spalmati sulla città e una Pineta che andremo a potenziare con l’intervento massiccio previsto sul lotto numero 5, devastato dall’incendio di due anni fa, con nuove piantumazioni di latifoglie e pini. Chiude in positivo il bilancio del lavoro dell’Ufficio Verde del Comune di Pescara dopo i primi cinque anni di consiliatura a firma centrodestra che ora deve proseguire il proprio cammino per portare a termine progetti in itinere e programmazione”. Lo ha detto il Presidente Commissione Ambiente Ivo Petrelli in riferimento all’esito della seduta svoltasi alla presenza del dirigente del settore Verde Mario Caudullo per tracciare un quadro della situazione del settore Verde.
“Partiamo con la Riserva naturale dannunziana: come previsto – ha spiegato il Presidente Petrelli – gli Uffici hanno atteso due anni prima di entrare nel lotto numero 5 della Riserva, ovvero il comparto naturalistico vittima del devastante rogo del 2022. Il periodo di attesa è stato deciso dal pool tecnico istituito dal sindaco all’indomani dell’incendio, secondo il quale per due anni i semi delle pigne ancora presenti sugli alberi bruciati potevano essere rilasciati nell’ambiente circostante per favorire la ricrescita naturale della pineta, dunque transennate all’accesso umano le aree a rischio per due anni abbiamo atteso di abbattere gli alberi bruciati, mantenendo altissima la vigilanza perché quell’area di fatto era un campo minato per i pini che stavano cadendo e impedivano operazioni colturali.
Qualcuno, con polemiche strumentali, ha chiesto agli Uffici nei due anni di eseguire la bagnatura delle piante, che avrebbe però favorito la crescita delle erbe infestanti, da un lato, dall’altro la bagnatura è superfluo visto che il pino è una pianta fortemente resistente alla siccità. Ovviamente abbiamo scelto la strada della prudenza e della pazienza e abbiamo atteso due anni prima di entrare.
Ora c’è un decorso naturale della pianta che però, come ha confermato l’agronomo Caudullo, ci dice in modo inequivocabile che quell’area originariamente non era avocata al pino, perché non c’è stata la ricrescita naturale, al netto delle variazioni stagionali, quel terreno non è in grado di far rigenerare una pineta e infatti sono cresciuti meno pini del previsto perché in natura su quel terreno crescono altre piante più avventizie, come canne, rovi e robinia, e allora abbiamo parlato con i tecnici e questa volta avremo un intervento massiccio dell’uomo per eradicare le piante infestanti e realizzare un assetto per noi più idilliaco con latifoglie e pini.
La parte biologica e scientifica della riserva la gestiremo con l’Università alla quale è già stata chiesta una riunione tecnica per vedere le basi delle piante già pronte per la nuova installazione, infatti già nei mesi scorsi gli Uffici hanno messo da parte delle specie autoctone di pini, rimosse, ad esempio, da tratti di relitti stradali, dalle rotatorie, dagli interstizi tra la pavimentazione e anche nella riserva, ovvero dalla rotatoria di via Antonelli, o in via della Bonifica. Quegli esemplari sono stati rimossi, allevati nel nostro vivaio e oggi disponiamo di una dote di piante che a richiesta dell’università e dei tecnici potrebbero essere ripiantumate, e sono pini autoctoni. Pini che però sono arrivati nella Riserva dannunziana solo grazie all’intervento dell’uomo, i pini sono infatti coetanei, hanno circa 70-80 anni, tranne qualche pino monumentale, ma nella Riserva c’è sempre stato il querceto misto”.
Ma, al di là del ‘caso’ pineta, il bilancio del Settore Verde chiude la consiliatura con un bilancio positivo: “Innanzitutto abbiamo chiarito la polemica sollevata dalle opposizioni nei giorni scorsi e che nasce da una confusione tra bilancio arboreo e censimento arboreo – ha puntualizzato il Presidente Petrelli –: il censimento, al pari di quello per la popolazione, è il conteggio di ogni singolo albero presente in città con l’individuazione della specie e l’ultimo oggi disponibile è del 2019, dunque è fermo a cinque anni fa, e verrà ripreso nei prossimi mesi per un ovvio aggiornamento. Altra cosa è il bilancio arboreo che è un obbligo di legge, appunto la legge 10 del 2014, la quale prevede che due mesi prima della conclusione della consiliatura il sindaco debba rendere pubblico il dato degli alberi piantumati e abbattuti durante il suo periodo di governo. Questo significa che gli uffici devono produrre un documento in cui ogni albero della città risulta catalogato, inventariato, specificando quello piantumato e quello rimosso.
Quindi il bilancio arboreo è la somma degli alberi piantati e abbattuti, e rappresenta la pagella dell’operato del sindaco di turno, il documento che certifica in modo incontrovertibile il buon governo o il cattivo governo sul verde nei 5 anni di riferimento. Per l’amministrazione comunale di Masci il giudizio è quello di una promozione a pieni voti: in cinque anni sono stati infatti piantati quasi 5mila alberi, ovvero 4.748 alberi per l’esattezza e ne sono stati abbattuti 2.471, per cui il saldo positivo dal 2019 a oggi è pari a 2.277 nuove piante. Alberi spalmati su 87 aree tra parchi e superfici verdi, orti urbani e aree naturali protette per una superficie verde pari a 2 milioni e 31mila metri quadrati, mentre nel precedente bilancio arboreo del 2019, giunta Alessandrini, la superficie verde era pari a un milione e 921mila metri quadrati.
Secondo quanto riportato nel bilancio arboreo, per le manutenzioni l’importo stanziato è stato pari a 5 milioni 813mila euro, più 2 milioni 717mila euro per i nuovi interventi. Nel precedente bilancio, invece, le piantumazioni erano state 1.103 e gli abbattimenti 1.053. Per le manutenzioni l’importo stanziato era di 2 milioni 761mila euro, più 689 mila euro per i nuovi interventi. Entro un mese e mezzo – ha ancora aggiunto il Presidente Petrelli – sarà pronto anche il nuovo censimento arboreo che dovrà tenere conto delle nuove piantumazioni effettuate all’interno delle aree scolastiche”.