L’AQUILA, CASA D’ASTE GLIUBICH: ALL’ASTA UNA SPLENDIDA TELA DI TEOFILO PATINI

L’AQUILA – Rispunta dalle pieghe della storia uno straordinario dipinto di Teofilo Patini (Castel di Sangro, 1840 – Napoli, 1906). Sarà esitato a L’Aquila nella prossima asta di “Old Masters” prevista per il 6 e 7 luglio prossimi dalla Casa d’Aste Gliubich (https://www.gliubich.com/it/index.asp) nella bella cornice di Palazzo Cipolloni Cannella in Corso Vittorio Emanuele n.9, asta visibile anche online sulle principali piattaforme.

Si tratta di un olio su tela di grandi dimensioni (137×202 cm.) firmato in basso a sinistra dal pittore aquilano e datato al telaio “1886”. Il dipinto, già in collezione privata a Palermo ed individuato in asta come lotto 117, reca al retro della tela la dichiarazione di autenticità a firma del critico d’arte e storico dell’arte specializzato in dipinti dell’Ottocento italiano, Michele Biancale, che scrive: “Opera originale di T. Patini”.

Il titolo, “Lunga attesa” (nella foto in alto), può essere spiegato analizzando l’opera. I tre soggetti sono raffigurati nelle prime luci dell’alba. Per ognuno di essi vi è un’attesa. La giovane moglie del malato (che è fuori campo) riposa su una sedia, adagiando il capo sul cuscino dopo una lunga notte al capezzale del marito.

Patini trasmette nell’opera due sentimenti diversi e contrastanti, in quelli che si vuole immaginare i due anziani genitori: la rassegnazione e la fede. La prima traspare dal volto del vecchio canuto che si abbandona scorato sulla sedia, consapevole che la vita del figlio sta per spegnersi al pari delle poche braci che ancora ardono nel camino al suo fianco. L’artista vi contrappone la moglie, dipingendola nell’ombra e nell’atto d’accendere una candela votiva ad un’immagine appena visibile sul muro sbrecciato, e in lei la speranza della fede, ultima àncora di salvezza cui l’anziana genitrice si affida, con una preghiera. 

L’opera, fin da subito attribuita a Teofilo Patini, è stata sottoposta ad un accurato intervento di pulitura che ha rivelato la chiara firma “T. Patini” nella porzione in basso a sinistra della tela. Ad un’analisi approfondita alla lampada di Wood, la firma si conferma coeva alla stesura originaria. L’attribuzione a Patini appare confermata anche dall’analisi stilistica, che consente un’allocazione cronologica sull’ultimo scorcio dell’Ottocento. Si veda, per confronto, l’opera “Pulsazioni e palpiti” realizzata dal Patini nel 1870 e oggi conservata presso la Pinacoteca Patiniana di Castel di Sangro, o le sue varianti attualmente nelle Collezioni d’Arte dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila (cm 121×151) e in collezioni private in L’Aquila e Napoli.

Sotto il maglietto di Gianluca Gliubich, titolare dell’omonima casa d’Aste, passeranno nei programmati due giorni dell’asta, il 6 e 7 luglio a partire dalle ore 15.00, dipinti e arredi dal XVI al XIX secolo di incredibile spessore, che giustificano il titolo per la prima volta dato alla loro asta: “Old Masters“.

Si va da “Eliezer e Rebecca al pozzo”, un grande olio su rame di Jan Brueghel il giovane e Frans Franken II, al “Ritratto di Angelo Suriano in armatura”, un olio su tela opera di Bartolomeo Passerotti, da una Madonna adorante con Gesù Bambino e San Giovannino, opera su tavola Ambito di Giorgione da Castelfranco a un antico crocifisso in alabastro rosa con cornici in ebano e canti in rame dorato appartenuto alla nobile famiglia Boncompagni Ludovisi.

Bartolomeo Passerotti, “Ritratto di Angelo Suriano in armatura”

Tra i lotti in asta anche opere di Meindert Hobbema, Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, Nicolò Musso, Guido Cagnacci, Annibale Carracci, Giuseppe Recco, Antiveduto Gramatica, Gianandrea Sirani, Benvenuto Tisi Garofalo e Jacopo Bassano, solo per citarne alcuni.

Nei giorni antecedenti l’asta sarà possibile visitare liberamente l’esposizione, che si presenta – grazie alle importanti opere a catalogo – come un vero e proprio museo. La differenza da una semplice esposizione museale? Facile: si possono già fare offerte su ogni singola opera e poi seguire l’asta dal vivo o da remoto per cercare di portare a casa uno dei lotti in proposta. Non solo grandi capolavori, ma anche argenti, maioliche, arredi e dipinti con basi d’asta davvero vantaggiose. Come da consuetudine della Casa d’Aste Gliubich, alla fine di ognuna delle due tornate, ovvero il 6 e il 7 luglio, si brinderà assieme alle amiche e agli amici che avranno seguìto l’asta in presenza.

Goffredo Palmerini 

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