Il consiglio di Stato pone fine alla annosa vicenda che ha visto contrapposto il Comune di Pianella ad una delle principali società di comunicazione via internet.
Con provvedimento della VII sezione il supremo collegio amministrativo ha difatti validato in toto l’operato dell’amministrazione comunale vestina che, già vittoriosa dinanzi al Tar di Pescara, si era vista ulteriormente impugnare la decisione dinanzi al Consiglio di Stato.
“Si tratta – spiega il sindaco Sandro Marinelli – di un pronunciamento di estrema rilevanza per tutti gli enti locali, soprattutto quelli con una identità storica, poiché consente, con motivazione analitica e di rara chiarezza, di individuare un difficile punto di equilibrio tra le pur importanti esigenze di realizzare le infrastrutture di telecomunicazione e la necessità per i comuni di predisporre norme a tutela dei centri storici e della loro bellezza.
Grazie all’importante supporto dell’avvocato Tommaso Marchese che ha curato gli interessi dell’amministrazione comunale, difatti, è stato possibile giungere ad un pronunciamento che riporta certezze sulla incomprimibile potestà di pianificazione territoriale delle amministrazioni locali, soprattutto laddove queste si muovono a tutela della bellezza e dell’integrità dei centri storici.”
“L’amministrazione comunale, aggiunge il primo cittadino, all’epoca aveva revocato in autotutela una SCIA presentata dalla società Linkem S.p.A. che aveva inteso realizzare un’antenna sulla sommità di un palazzo in pieno centro storico arrivando addirittura a superare l’altezza di alcuni campanili. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che il provvedimento dell’amministrazione comunale non fosse affatto lesivo delle prerogative delle società che curano le infrastrutture di telecomunicazione, ma che in realtà si muovesse nell’ambito di una doverosa tutela della bellezza architettonica del proprio centro storico. Nella sentenza inoltre si dà espressamente atto degli sforzi dell’amministrazione comunale al fine di indirizzare la società Linkem verso un sito alternativo, ipotesi questa però disattesa dal richiedente.
Ora, conclude Marinelli, auspichiamo che la società adempia spontaneamente a quanto statuito nella sentenza, rimuovendo l’antenna e pagando le spese processuali di entrambi i gradi di giudizio, ma se ciò non dovesse avvenire ovviamente sarà necessario far ricorso agli strumenti coattivi per ripristinare la integrità del nostro centro storico, augurandoci che la pervicace volontà della società di telecomunicazioni di non adeguarsi alle statuizioni comunali non generi danni e disservizi all’utenza.”