Intervistato da Lacerba, Stefano Viola, nuovo Presidente dei commercianti di Città Sant’Angelo, racconta: “Ho sempre vissuto a Pescara e lì ho sempre avuto il centro dei miei a!ari, mi sono trasferito a Città Sant’Angelo da oltre 15 anni e ho deciso di stabilire qui la mia famiglia e iniziare un’attività legata alla vendita di proprietà immobiliari. Città Sant’Angelo è stata una vera e propria scelta, non un caso. Pur dovendo percorrere 40 km per andare al lavoro (andata e ritorno), considero Città Sant’Angelo la mia casa, un posto a misura d’uomo, dove quando cammini, specialmente per Corso Vittorio Emanuele, incontri persone da salutare e spesso poterci conversare, un po’ com’era la mia Pescara quando ero bambino”.
Da quando la chiamano “Presidente”?
“Mi chiamano Presidente da un paio di anni, da quando fui nominato presidente della Pro Loco Angulum dalla quale però mi sono dimesso subito per divergenze di obbiettivi su quello che doveva e poteva essere un’associazione nei tempi moderni”.
Perché hanno scelto Lei?
“Francamente non lo so, il fatto di essere “non angolano” mi porta ad avere idee, spesso non in linea con alcuni ‘storici’ soci. La vostra associazione racchiude tutto il commercio angolano? “No, per lo più limitato al Centro Storico, ma è mia intenzione allargarlo il più possibile. La forza di un’associazione sta nel numero che rappresenta”.
Inizialmente aveva qualche progetto lungimirante o un semplice programma a breve e medio termine?
“Non mi ero candidato e non avevo presentato nessun programma. Credo tuttavia che sia importante avere una visione di insieme non legata solo al ‘borgo’. Se non si punta ad uno sviluppo organico e non si prende un indirizzo comune identitario, qualsiasi azione equivale a spostare il mare con un cucchiaino”.
Ha attuato o risolto qualcosa di quanto si era prefissato?
“Una cosa molto importante, ma non siamo tutti d’accordo, è la completa pedonalizzazione del Centro Storico insieme ad un recupero delle zone più rappresentative di Città Sant’Angelo e del borgo in particolare. Credo siamo uno dei pochi paesi in cui ‘la piazza’ è un parcheggio”.
Il commerciante angolano un tempo occupava quasi in ogni angolo del centro storico, compreso “le ruve”, poi la sua presenza è andata vieppiù diminuendo, concentrandosi verso la parte medio-bassa del Corso e del territorio.
“Per anni abbiamo cercato di competere sul piano sbagliato. Se pensiamo di poter fare concorrenza ai centri commerciali ritorniamo al discorso del mare e del cucchiaino. Dobbiamo spostare il campo di battaglia sfruttando le peculiarità che rendono unica Città Sant’Angelo”.
Da che cosa è dipeso? Pochi clienti e soprattutto i grandi centri commerciali hanno strappato, se ci si passa il termine, ‘le redini’ ai commercianti storici?
“I centri commerciali possono essere visti come un problema o come una opportunità. È un bene che vi siano posti per la massa, noi dobbiamo rivolgerci alla qualità”.
Città Sant’Angelo ha un territorio vastissimo. Nel Centro Storico diversi negozi sono spariti in pochi anni, mentre a Marina, dove la posizione geografica è più a!ne ai tempi, il commercio è più attivo. Cosa si può fare per entrambe le realtà?
“Marina di Città Sant’Angelo soffre indubbiamente meno in virtù di un maggiore ‘passaggio’ ed una maggiore concentrazione urbana. Per trovare risposte basta guardare a chi ha vissuto lo stesso problema e lo ha risolto prima di noi. Aiutare il borgo significa automaticamente aiutare la marina, le due realtà non devono essere antitetiche ma complementari”.
Forse in pochi hanno saputo aggiornarsi e puntare a nuovi orizzonti commerciali?
“Credo che il mio ruolo non sia quello di giudicare l’operato dei colleghi ma facilitare opportunità per tutti. La mia storia professionale non è quella di chi non ha mai sbagliato quindi non conto di ergermi a professore”.
Qual è il vostro rapporto con l’Amministrazione?
“Al momento devo dire che vi è un reciproco rispetto, poi per la verità, per una serie di motivi contingenti, non è che ci sia tutto questo fervore di occasioni ed attività”.
In Centro Storico c’è chi ha abbassato la saracinesca, idee per rialzarle?
“Dobbiamo, tutti, non solo chi ha la responsabilità di governo, abbandonare i propri orticelli, le proprie certezze e avere il coraggio di attuare un cambiamento tutti insieme. Se non capiamo che per soddisfare il proprio interesse personale (tipico del commercio) bisogna puntare ad una visione di comunità chiuderanno altre saracinesche prima che se ne possano aprire altre”.
Che tipo di iniziative e quali aiuti propone l’Amministrazione di Città Sant’Angelo per risollevare il commercio?
“Francamente è da troppo poco tempo che sono insediato per poter rispondere a questa domanda. Non ho ancora avuto modo di confrontarmi con nessuno per questo problema”.
È fiducioso nel futuro del commercio di prossimità?
“Sono fiducioso che una soluzione sicuramente si troverà, quando non lo so”.
Presidente le lascio la chiusura per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
“Francamente sassolini non ne ho, se non il dispetto che mi hanno fatto eleggendomi…scherzi a parte. Ho il solo rimpianto che alcuni abbiano voluto, anche per motivi forse validi, togliere l’isola pedonale nelle ore mattutine. Per me, se si parla di ‘borgo’, bisogna vivere da ‘borgo’. Con attività che espongono i propri prodotti sulla via, tavolini dei bar, gente che passeggia e bambini che giocano… Un centro commerciale all’aperto”.
Enio Remigio