VELOCIZZAZIONE FERROVIA PESCARA-ROMA
Ultimo atto del Dibattito Pubblico all’Ex Aurum, con decisa e chiassosa protesta dei cittadini

Nel pomeriggio di ieri, presso i saloni dell’Ex Aurum di Pescara, si è svolto l’ultimo atto del Dibattito Pubblico sulle opere da attuare nell’ambito del P.N.R.R. che prevede lo stanziamento di una cospicua somma di denaro pubblico per la realizzazione della velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma.

Il Dibattito, iniziato il 23 febbraio scorso – secondo quanto ha fatto sapere con un comunicato stampa la coordinatrice Iolanda Romano – non è stato un processo decisionale ma una fase dedicata all’attenzione ed all’ascolto di tutti i cittadini e tutte le istituzioni del territorio interessato, in cui si è cercato di prediligere l’imparzialità sulle molte posizioni diverse tra loro e prendendole in considerazione per le relazioni conclusive, esaminando anche alternative di tracciati, come ad esempio quello della variante della tratta “Chieti-Manoppello”, portandolo ad una dignità di un vero progetto che potrà essere ora sottoposto ad un percorso autorizzativo. La relazione conclusiva verrà quindi inviata alla Conferenza dei Servizi e alla Commissione di Dibattito Pubblico per la decisione finale”.

Ma ad accogliere i vari rappresentanti delle parti interessate si sono fatti trovare un centinaio di cittadini radunati all’ingresso della struttura ospitante l’incontro pubblico, armati di fischietti, trombe da stadio (ma anche di un trombone da orchestra!) e tanti striscioni e cartelli inneggianti ad una chiara volontà di ostacolare l’attuazione delle opere progettate. Tanti i motivi addotti dai cittadini (quasi tutti di Manoppello perché su quel territorio ricadranno i primi interventi), a giustificare la loro chiassosissima e sentita manifestazione. Disagi e paure che trovano fondamento su tanti problemi immediatamente riscontrabili dalla visualizzazione del progetto, a partire dall’abbattimento di svariati fabbricati costituiti da palazzi, ville, villette, negozi, da indennizzare con cifre stabilite dal valore attuale di mercato ma con non ben chiari criteri circa la valutazione dei materiali di pregio ivi contenuti o dei decrementi di introiti degli esercizi pubblici che si vedranno ridotta la visibilità e accessibilità dai giganteschi pannelli antirumore che  solcheranno tutta la zona centrale. E poi, sempre parlando di Manoppello, la preoccupazione nell’immaginare quasi tutta l’area urbana deturpata e stravolta a tal punto da perdere quelle connotazioni che costituiscono l’identità storica ed affettiva della popolazione. Fischi, urla e slogan di protesta, hanno salutato l’arrivo della delegazione deputata ai lavori di giornata, costituita dal commissario ingegner Macello in rappresentanza di RFI e dall’ingegnere Marchesi responsabile del progetto. In collegamento dalla Temple University di Filadelfia dove si trova per motivi istituzionali, è intervenuto anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il cui discorso si è alternato a quelli dei vari sindaci delle località interessate. Una chiara sintesi del dibattito svoltosi all’interno dell’Ex Aurum è stata illustrata da uno dei cittadini accreditati a presenziare, il geometra Gaetano Di Giambattista.

D: Quali le sue sensazioni sull’esito finale dell’attuazione o meno di questo progetto?

R: “Sono abbastanza deluso, in quanto credo che la decisione finale sia stata già da tempo definita e saranno vani questi nostri tentativi di modificarne l’esito. Il mio pessimismo trova fondamento dal fatto che nella Conferenza dei Servizi, che ha potere decisorio, verrà preso in considerazione il solo progetto già pronto e definito e non ipotesi di progetto come quello della variante di Manoppello, in cui si propone un tracciato alternativo per noi meno invasivo che tra l’altro era previsto all’origine del progetto del preesistente Interporto d’Abruzzo, risalente a oltre trent’anni fa. In detta Conferenza verrà rispettata poi una gerarchia di pareri cosiddetti prevalenti, in cui il piccolo comune nulla potrà al cospetto dei Ministeri della Cultura e dei Trasporti e delle regioni. A maggior ragione se poi la Regione Abruzzo ha già dato il suo beneplacito nel 2020, firmando un protocollo d’intesa con i ministeri, RFI e Regione Lazio per l’attuazione della velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma, in cui non risultano presenti eccezioni tipo la variante richiesta. La conditio sine qua non per avere qualche speranza di considerazione della variante è quella che il progetto madre venga bocciato in toto, con tempi di attesa per nuove decisioni che prevedono per legge ulteriori nove mesi. Ecco perché sono sfiduciato e deluso, tutto sembra già deciso a prescindere. Ora non rimane che attendere la decisione ultima della Conferenza dei Servizi, che dovrà pronunciarsi entro il mese di giugno prossimo”.

Sotto una fastidiosa pioggerellina, nel frattempo, i manifestanti hanno perseverato nella civile e composta protesta, ribadendo a gran voce tutte le proprie ragioni sotto la direzione dei rappresentanti del precostituito comitato Comferr. Tra loro, qualcuno racconta un episodio analogo degno di nota verificatosi tanti anni fa, che più di ogni altra cosa fa capire la tenacia dei manoppellesi pronti a tutto pur di far valere i propri diritti. La signora Marina Di Giamberardino ricorda: “Era il 1967 quando iniziarono i lavori per eliminare il passaggio a livello nr. 22 di Manoppello Scalo, sostituendolo con un sottopassaggio che avrebbe causato molti disagi specialmente per gli operai dediti al transito con mezzi agricoli. Specialmente le donne, e tra queste anche mia madre, di notte andavano a sabotare i lavori in corso, protestando con scene eclatanti come quelle di sdraiarsi sui binari. Beh, quella protesta ebbe i suoi frutti, quell’opera non fu più realizzata. Perciò coloro i quali saranno chiamati a decidere sulla concretizzazione di questo raddoppio della linea ferroviaria, dovranno tener conto anche della volontà opposta di questi cittadini, che sapranno vender cara la pelle!” 

Bruno D’Alfonso

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