LORETO APRUTINO: NIDI IN CAMPAGNA, PROGETTO TRA VITICOLTORI E ORNITOLOGI
Alternative da percorrere per salvare le biodiversità

Come una formazione calcistica coesa, nel 2019, il gruppo di produttori Amorotti, Ciavolich, De Fermo, Talamonti, Torre dei Beati e Valentini era sceso in campometafora azzeccata per il contesto–  contro il progetto  di  costruzione di una centrale di biometano, in zona Cartiera, nell’area contrada Castelluccio. Progetto presentato al Comune, dalla Make Energy Srl, start up nell’ambito delle sviluppo delle energie rinnovabili. Così come, lo stessa cordata di produttori, si era opposta all’ idea di una megaporcilaia su siti di interesso archelogico, che hanno caratterizzato un altro investimento interrotto in questo territorio. Non un caso di sindrome Nimby il loro (Not In My Back Yard ” non nel mio cortile”) o un aprioristico NO a qualsiasi forma di innovazione di opere o strutture che agevolino il reperimento di fonti energetiche alternative ma l’essere contro la irresponsabilità di una non pianificazione di una qualsiasi previsione di costi e benefici e l’assenza di un preventivo confronto con la collettività. E poi la scelta dei siti: sia la centrale che la megaporcilaia sarebbero sorti nel cuore di un territorio ricco di storia della viticoltura e dell’ olivicoltura, della vocazione culturale dell’area vestina.
Di quella lotta allargata, a cui aderirono altre e tante rinomate aziende agricole confluite tutte nel comitato “Difendiamo Loreto”, vogliamo conservarne la memoria perché spesso pensiamo che gli eventi storici si fermino al 1950 mentre la storia, per la velocità dei tempi moderni, è anche ieri e l’altro ieri. Ed il futuro ci obbliga, da quella storia, a trarre delle buone pratiche che siano un modo di dire alla politica ” ci sono delle soluzioni alternative? Percorriamole insieme”.
Non è un caso che, mentre sulla stampa nazionale si rincorrono notizie e polemiche sulla opportunità o meno di equiparare l’Agricoltura Biodinamica a quella Biologica ai fini della ricezione di contributi da parte della comunità europea, nello stesso paese di Loreto Aprutino si realizza un’idea che, lo stesso gruppo di produttori, accoglie dalla S.O.A. (Stazione Ornitologica Abruzzese) e che si concretizza nel progetto NIDI IN CAMPAGNA, che  ne prevede, nell’immediato, l’installazione di 150. L’obiettivo è quello di incrementare la biodiversità locale nelle campagne grazie alla  diffusione di nidi artificiali che favoriscano la riproduzione di quelle specie di uccelli, prevalentemente insettivori, utili all’ agricoltura e che con la loro presenza rappresentano dei veri e propri indicatori di qualità ambientale. Non poco tempo fa, per completezza di cronaca, Pierluigi Pace, produttore d’olio sempre di Loreto, ci raccontava come nella sua campagna volesse costruire uno stagno per permettere alle rondini di abbeverarsi perché, questo tipo di volatile, è, ad esempio, un ottimo predatore di mosche.
Tra le maggiori cause di perdita di biodiversità in Italia vi è sicuramente l’agricoltura intensiva, che è caratterizzata dalla semplificazione del paesaggio agrario con perdita di elementi naturali (siepi, filari, aree incolte) e dal massiccio uso di input chimici per il controllo di infestanti e parassiti. Per ridurre l’utilizzo di agrofarmaci, già molte realtà produttive intensive, come i meleti del Trentino Alto Adige, da molti anni sfruttano le capacità di talune specie di uccelli insettivori di eliminare in maniera del tutto naturale enormi quantità di larve di insetti nocivi (una coppia di cince cattura 8-10.000 larve di lepidotteri durante l’allevamento della nidiata). Tale azione è incentivata invitando gli uccelli (in particolare cinciallegre, cinciarelle e codirossi comuni) a nidificare presso i frutteti tramite il posizionamento di opportune cassette nido sui piante spontanee ed ulivi. Loreto Aprutino è un territorio in cui ancora oggi ci si imbatte in moltissimi uccelli  stanziali come cinciallegre, ballerine, passeri, civette ma anche migratori come aironi guarda buoi e cenerini. E’ un territorio, insomma, di grandissima importanza ornitologica. Non è infatti un caso che già negli anni ’50 e ’60 Camillo Valentini- nonno di Francescoil cui pseudonimo era “picchio verde” esperto ornitologo, aveva creato un centro di cattura ed inanellamento a Camposacro (Passo Cordone). E, in sinergia con il Prof. Chigi dell’Università di Bologna, faceva studi sulla migrazione di alcune specie. Non resta, quindi, che aspettare la primavera del 2022 per venire a passeggiare tra le campagne di Loreto Aprutino alla scoperta dei nidi che, tra vigneti e uliveti secolari, saranno il simbolo della lotta più intensa, quella per la vita!
SDL

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