Domani, 4 dicembre 2021 verrà inaugurato a Loreto Aprutino, l’albero di Natale alto 6 metri, rivestito da 3.500 mattonelle di fili colorati ed intrecciati all’uncinetto da 76 mani di 38 donne.
Dietro i numeri le anime disvelano passione, pazienza, tenacia, abilità e un amore sconfinato per il paese. Sarà per questo che io, unico rappresentante maschile del gruppo, ho deciso di sostenerlo, da sempre affascinato dalla metafora tra la vita ed un filo che si srotola per divenire altro. Dietro i numeri e la fantasia di queste donne anche un profondo valore culturale dell’iniziativa che rispolvera l’antica tradizione del lavoro all’uncinetto. Sicuramente non una idea nuova, che nasce in realtà dal progetto “Un filo che unisce” nato alcuni anni fa a Trivento, nel Molise, e che conta già circa 40 alberi gemelli, sparsi nelle varie località italiane ma nuova è la suggestione che scoviamo in un vecchio documento: pare che tra Trivento e Loreto esisteva già un altro filo comune intessuto nel 1703 da Tommaso d’Afflitto, principe di Scanno, conte di Trivento e di Loreto, il quale nomina suo vicario a Loreto, Paolo Guanciali con il compito di varare, nell’ottobre dell’anno successivo e con il consenso del Consiglio generale, i sessantanove Capitoli dei cosiddetti “danni procurati nella terra Laureti”.
Anche Loreto, quindi, si lega a questo filo virtuale che abbraccia tutta l’Italia e non solo; è un ritrovarsi perché con il filo si tessono storie, racconti e …vita; un racconto collettivo fatto di manualità, ricordi ed emozioni personali, spiega Micaela Acciavatti, ideatrice e coordinatrice del progetto ed alla quale chiediamo:
Quando e come è nata l’idea dell’albero di natale all’uncinetto?
L’idea è nata un anno fa; nel dicembre del 2020. Dopo aver ascoltato continue critiche sull’albero di Natale esposto in piazza e definito da molti ironicamente “spelacchio”, mi sono decisa a scrivere un post sul gruppo Facebook “Loreto Aprutino (Amici e oltre)”, nel quale dichiaravo l’intenzione di voler realizzare un albero all’uncinetto per il Natale dell’anno successivo, e chiedevo a chiunque fosse interessato alla mia idea, di unirsi al gruppo. Il desiderio sarebbe stato quello di riunirci per lavorare insieme la lana, purtroppo il Covid non ce l’ha permesso.
Come sono state reclutate le partecipanti?
Non nutrivo tante speranze sul concreto avvio dei lavori, invece in tantissime hanno risposto al mio post che, a sua volta, ha creato un passaparola che ha aumentato l’interesse e le adesioni fino alla costituzione di un gruppo su Facebook.
Dopo il gruppo come è proseguito l’organizzazione del lavoro?
E’ stato creato un gruppo WhatsApp nel quale far confluire tutti coloro che erano interessati e che magari non usano i social ma anche per rendere le comunicazioni più veloci ed agevoli. Poi si è convenuto di nominare una persona che coordinasse i lavori; ruolo che mi è stato proposto da tutte le altre, in quanto promotrice dell’iniziativa; ho accettato molto volentieri questo incarico conscia della responsabilità che andavo ad assumermi. Ho comunque subito avvertito attorno a me la fiducia e la stima di tutte e ciò mi ha dato la giusta determinazione nel portare avanti il progetto, cercando di coinvolgere il più possibile tutte le partecipanti, nelle scelte e nelle decisioni da assumere.
Quando sono cominciati i lavori e per quanto tempo sono durati?
Abbiamo dato ufficialmente il loro inizio a gennaio scorso e li abbiamo terminati a luglio, quando abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato di 3.500 mattonelle, realizzate con le varie tecniche del lavoro all’uncinetto. L’unica regola alla quale dovevamo tutte attenerci era quella della dimensione della mattonella, per il resto abbiamo dato il via libera a fantasia e creatività spaziando dai classici temi natalizi (angioletti, alberelli, pupazzi, ecc.) fino ad ispirarci ad un’iconografia meno convenzionale.
Quali sono state le maggiori difficoltà che avete dovuto superare?
Sostanzialmente non ci sono state grosse difficoltà; forse una prima difficoltà (se vogliamo chiamarla tale) s’è presentata quando la lana esistente nella iniziale disponibilità delle “lavoratrici” è venuta a mancare, rendendosi necessario affrontare le spese per l’acquisto di ulteriori gomitoli. Oltre a ciò si affacciava il vero problema e cioè la realizzazione della struttura metallica dell’albero in ferro a forma di cono su cui applicare i lavori all’uncinetto in un patchwork di colori.
Come avete risolto questi problemi?
Per l’acquisto della lana siamo state aiutate da alcuni locali benefattori che, con il loro contributo, hanno permesso l’approvvigionamento di tutta la lana occorrente. Questo gesto di generosità ci ha commosso, oltre a darci quella tranquillità necessaria per il proseguimento dei lavori. Per quanto riguarda invece la struttura, le difficoltà si sono presentate in maniera più evidente a causa delle particolari dimensioni della stessa; la locale Ditta Vadini, incaricata del lavoro, è comunque riuscita, con eccelsa bravura, a realizzare una struttura adeguata e perfettamente corrispondente alle caratteristiche di forma e di solidità necessarie.
Per tutto il tempo dei lavori, siete mai riuscite ad incontrarvi?
Ci siamo incontrate tutte il 5 luglio, quando abbiamo organizzato un incontro all’aperto nella zona di Fiorano; si è rivelata una vera e propria festa di scambio, di conoscenza e di scoperta della bellezza delle mattonelle che avevamo realizzato. In quella occasione, poi, c’è stata la consegna delle stesse nelle mani delle donne che avrebbero proceduto alla cucitura.
Come è avvenuto il rivestimento dell’albero?
Una volta in possesso della struttura metallica, composta da tre pezzi, ed aver trovato un luogo dove depositarla, si è proceduto alla “vestizione” dell’albero, avvolgendo le tre parti in coloratissimi manti di lana; un lavoro svolto con cura e precisione da alcune componenti del gruppo. Il risultato sarà sotto l’occhio di tutti.
Ci puoi elencare i nomi delle protagoniste di questo ambizioso progetto?
Manuela Acciavatti, Micaela Acciavatti, Adriana Acerbo, Annarita Buccella, Antonietta Cantagallo, Cinzia Chiappini, Daniela Chiavaroli, Francesca Chiavaroli, Maria Pia Cocchini, Clara Cocciasecca, Elda Crocetta, Annalisa D’Andragora, Cinzia D’Annunzio, Sandra Delle Monache, Sonia Di Blasio, Catia Di Claudio, Carmelita Di Giorgio, Patrizia Di Giorgio, Maria Teresa Di Giosaffatte, Emiliana Di Gregorio, Lucia Di Martile, Simona Di Remigio, Clementina Di Silvestre, Elisa Giampietro, Gabriella Giampietro, Fiorella Giovanetti, Antonella Maggiorino, Maria Mascioli, Lidia Mergiotti, Stefania Nobilio, Lucia Parlione, Concetta Patricelli, Anna Pavone, Stefania Pomante, Rita Sestili, Graziella Tafi, Giuliana Valentini, Viviana Valentini, Patrizia Zacchini. Desidero stringerle tutte in un ideale abbraccio rivolgendo loro il mio più sincero ringraziamento per l’impegno e la sorprendente bravura con la quale hanno permesso che un “sogno”si realizzasse. Uno speciale ringraziamento va a Mirella Buccella e a te, caro Francesco, per il sostegno finanziario; poi desidero ringraziare la famiglia del compianto Attilio D’Annibballe per aver gratuitamente concesso l’uso del capannone ove depositare la struttura. Il nostro augurio è che questo albero venga ammirato, oltre che per la sua bellezza, anche e, soprattutto, per il suo valore identitario di “filo che unisce” non solo l’Italia dal Sud al Nord ma tutti i cittadini di Loreto e che possa altresì diventare il simbolo delle nostre festività, come segno dell’amore verso il nostro Per rendere ancor più suggestiva l’atmosfera natalizia, tra l’altro, le “uncinettine” del gruppo hanno ricoperto con le loro coloratissime “mattonelle” alcuni scorci del nostro incantevole borgo.
Francesco Di Pietro
Per la foto della copertina ringraziamo LINO ROSETTI