Brioni guarda alla Cina con nuove aperture, ma nel frattempo ragiona con il governo, la regione ed i sindacati sulla complessa situazione legata ai 320 lavoratori dichiarati in esubero sei mesi fa e di cui almeno in 200 hanno comunicato di accettare gli incentivi proposti e perciò di andarsene. Nel nuovo vertice ministeriale a Roma, in via telematica, si è fatto il punto alla luce dell’accordo quadro del 22 giugno relativo alla gestione del piano industriale e sulle misure di razionalizzazione che hanno indotto la direzione del gruppo a decidere la chiusura di maglieria e camiceria, scatenando la dura reazione sindacale culminata nei due giorni di sciopero di settembre. Allora: sono stati sottoscritti poco più di 200 accordi per la risoluzione consensuale incentivata dei rapporti di lavoro che riguardano dipendenti diretti ed indiretti della Roman Style nei suoi tre stabilimenti di Penne, Civitella Casanova e Montebello di Bertona, senza contare le 56 unità della camiceria classica di Curno, nella Bergamasca, non toccate dal bisturi aziendale.
Resta dunque ancora a serio rischio un centinaio di lavoratori vestini. La decisione di chiudere la maglieria, prodotta internamente, appare in contrasto con i numeri fatti registrare nell’ultimo anno: prodotti 5.630 capi di maglieria interna (quella dei 15 dipendenti di maglieria Roman Style) più 3.210 prodotti da tre maglifici esterni. Il discorso sull’incentivazione delle maestranze a lasciare l’azienda comunque prosegue: a tutti gli altri lavoratori che intendano aderire entro il 31 dicembre, e che matureranno il diritto al pensionamento durante il quinquennio 2021-2025, l’accordo garantisce un’integrazione del trattamento economico di cassa integrazione e la naspi a partire dal mese di firma dell’accordo e riconosce un importo aggiuntivo a titolo di incentivo dal primo mese dalla firma e fino alla maturazione del diritto alla pensione o al massimo fino al 31 dicembre 2025. Anche con riguardo ai lavoratori non prossimi alla pensione, il patto di giugno riconosce somme aggiuntive a titolo di incentivo all’esodo” per l’intero periodo di copertura degli ammortizzatori sociali. C’è stata anche l’introduzione di un incentivo aggiuntivo differenziato per due fasce di età e con riguardo ai nuclei familiari con figli minori o con particolari situazioni di disagio sociale, a ulteriore tutela di determinate categorie di lavoratori. Brioni ricorda inoltre che in tutti i siti produttivi continua ad utilizzare gli ammortizzatori sociali ed utilizzerà la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale. Il piano industriale intanto sta vedendo le aperture di nuovi punti vendita in Cina (uno già operativo e altri due programmati in dicembre), la riorganizzazione delle linee produttive, un ribilanciamento della collezione verso il leisure e rinnovati investimenti in comunicazione.