CITTÀ SANT’ANGELO: VETERINARI IN PRIMA LINEA, TOMMASO RUGGERI

Membri della famiglia, compagni di vita insostituibili, sempre presenti, anche durante i momenti di difficoltà, gli animali domestici sono stati fonte di rassicurazione e conforto durante i lunghi mesi di lockdown dovuti alla pandemia di Covid. Gli effetti benefici derivanti dalla loro compagnia hanno contribuito ad un vero proprio boom di adozioni. Nel 2020, fa sapere l’ENPAEnte Nazionale Protezione Animali, 8100 cani e 9500 gatti hanno trovato una famiglia, con un incremento di oltre il 15% rispetto al 2019, per un totale di 17.600 animali domestici.

Per contro, la disinformazione, durante i mesi di pandemia, ha prodotto un aumento esponenziale dei casi di abbandono, dovuti alla preoccupazione del tutto infondata, del rischio di contagiosità. Carla Rocchi, Presidente nazionale ENPA, sostiene che ribadire la non contagiosità degli animali domestici è fondamentale per non creare inutili allarmismi e seminare il panico tra i proprietari di animali. L’associazione ribadisce di attenzionare le linee guida impartite dall’Istituto Superiore di Sanità, il quale ha evidenziato che non vi è alcun rischio che l’uomo possa contrarre il virus, contagiato da animale domestico.

Al contrario, secondo quanto evidenziato dal rapporto dell’ISS, “Infezione da SARS-CoV-2 tra gli animali domestici” pubblicato ad aprile 2020, è proprio l’uomo che rischia di contagiare il proprio animale. Dunque, per tutelare la loro salute, nel caso i proprietari risultassero positivi al virus, si consiglia di affidarli alle cure di parenti ed amici, o alle tante associazioni no profit i cui volontari animalisti si occupano direttamente di animali domestici di pazienti positivi, in quarantena, e delle vittime.

Casi di abbandono, inoltre, sono stati registrati a causa delle ingenti difficoltà economiche di famiglie che non avendo avuto la possibilità di fornire le cure mediche necessarie ai propri animali, purtroppo, hanno scelto di abbandonarli.

Per fare ulteriormente chiarezza abbiamo chiesto il parere di Tommaso Ruggeri, veterinario e co-socio della Clinica veterinaria Saline di Città Sant’Angelo.

Vorresti consigliare delle buone pratiche di prevenzione per il rischio di contagio dei nostri animali?

Credo che in periodo di Covid si debba far affidamento al buon senso delle persone. Se in più di un anno di pandemia ancora non si è compresa l’altissima contagiosità di questo virus e soprattutto la sua imprevedibilità, vuol dire che si è vissuti su un altro pianeta…Le buone linee guida sono quelle di evitare effusioni e contatti con un eventuale pet che si ha in casa, ma qualora non si potesse proprio far a meno di lasciarsi andare a manifestazioni d’affetto, eviterei baci e rimarrei su un meno pericoloso grattino o carezza, magari dopo essersi accuratamente lavati le mani, e rimandando eventuali tenerezze a tampone negativo.

Operando sul territorio, vorresti indicare delle associazioni o delle iniziative messe in atto per contrastare le pratiche di abbandono? O per la continuità assistenziale degli animali domestici di persone affette da Coronavirus?

Ahimè in quest’ultimo anno sono state abbandonate a se stesse persone e realtà lavorative, figuriamoci che fine abbiano fatto gli animali domestici…A livello nazionale da anni ormai c’è l’anagrafe canina con il chip, che applicato dai noi veterinari liberi professionisti e ASL provinciali, cerca di contrastare la pratica dell’abbandono. Tuttavia, è consuetudine aver a che fare con cani senza chip, anche di proprietà. Manca il senso civico e di responsabilità. Purtroppo, ad oggi, non sono a conoscenza di iniziative “ufficiali” per aiutare persone affette da Covid ed i loro animali. So però che sui social, grazie a campagne di raccolta fondi e di passa parola, sono state fatte belle cose.

Quali sono i comportamenti da attuare in caso dovessimo scoprire che il nostro animale è affetto da Covid?

Presupponendo che non si venga a scoprire da soli in casa che il proprio cane o gatto abbia contratto il Covid, ma tramite indagini di laboratorio accurate, fatte in collaborazione tra medici e medici veterinari, si rimanda proprio a questi per ottenere le indicazioni più competenti da adottare in questa remota evenienza.

C’è modo, per chi ne avesse la possibilità, di contribuire a livello locale nell’assistenza degli animali che hanno risentito degli effetti della pandemia?

Le associazioni sul territorio che aiutano gli animali sono sempre le stesse che ormai negli anni si sono affermate come principali realtà per l’aiuto degli animali senza più un padrone e sanno ormai come trovare fondi ed avere sostegno. Il mio invito in realtà è a guardare molto più in piccolo e chiedere al vicino di casa come va, magari chi ha bisogno d’aiuto è molto più vicino di quel che si pensa….

Virginia Chiavaroli

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