Mi riceve nel suo open space che sa di nuovo e di pulito la Signora del “ballo di coppia”, Anna Lisa D’Agnese. Una personalità poliedrica, amante dell’arte in tutte le sue accezioni. Ha ereditato, dalla madre, l’amore per la musica, per il ballo e per le arti in generale. Il padre, che ascoltava i suoi brani preferiti sui vinili, era appassionato di Tango. Da lui ha appreso il senso della disciplina e dell’onestà. L’amore per la pittura, dalla nonna materna, ed è per questo che da sempre svolge la sua professione come docente, prima in Arabia Saudita, ed ancora oggi al Liceo artistico V. Bellisario di Pescara. Queste peculiarità descrivono le tante facce dello stesso diamante: un solitario a 18 carati. L’arredo sembra voler creare essa stessa una coreografia, con passi di danza ben cadenzati al fine di creare un’atmosfera rilassante. È felice di vedermi, dopo i colloqui istituzionali avuti, circa trent’anni fa, con me in veste di maestro di suo figlio Samy, quando questi frequentava il “Tito Acerbo” di Loreto”, dalla prima alla quinta elementare. Mi ritiene “corresponsabile” della ottima formazione che io, insieme a loro, genitori, ho contribuito a realizzare nella crescita del suo figliolo, oggi erede della Said’a Dance asd. Visti i pregressi trascorsi, io da insegnante e lei da genitore, ci diamo del “tu”.
Anna Lisa raccontami la storia della Said’a Dance, come è nata questa associazione?
L’idea di Said’a Dance è nata alla fine anni ’70 a Montesilvano e si chiamava originariamente “Liscio ‘80” nella palestra Igea. In quella palestra faceva lezioni di liscio un maestro italo-argentino. Io cominciai a frequentarla come allieva, e poiché questo maestro aveva bisogno di un’assistente io fui presa appunto come tale. Da premettere è che io provenivo da una famiglia in cui la musica era pane quotidiano ed in cui non si disdegnava la cura dell’arte in tutte le sue sfaccettature. Il maestro dopo un po’ di tempo andò via ed io presi le redini della scuola con l’impegno a concludere l’anno. Gli allievi nel frattempo continuavano ad aumentare per cui fui costretta a studiare sul libro di Alex Moore il ballo di coppia o ballo da sala. Mi ritrovai così, per caso, a dover insegnare a dama e cavaliere allo stesso tempo.
Sicuramente il ruolo del cavaliere, nel ballo di coppia, è predominante e la dama va un po’ a “rimorchio”.
Eh no, non ti permetto di parlare così della donna anche se il ruolo maschile è quello di fare da porteur quello della donna non è affatto un ruolo passivo e sottomesso, ma la dama deve assecondare e sostenere, partecipando attivamente, la conduzione da parte del cavaliere. Il ballo è un po’ la metafora della vita di coppia. All’uomo viene assegnato il ruolo della conduzione mentre la donna assume un ruolo assolutamente complementare e necessario che fa da supporto. Non si va da nessuna parte, nello spazio e nel tempo, se idue ruoli vengono messi su piani predominanti e subalterni. Ma continuiamo a raccontare. Arrivò ad un cero punto da Loreto Aprutino un gruppo di giovani che all’epoca frequentava la discoteca Akimbo. Erano animati da tanto entusiasmo ed avevano tanta voglia di acquisire quelle conoscenze poiché costituivano, per loro, il viatico non solo per diventare bravi ballerini ma anche dei bravi conquistatori di cuori femminili. Insomma chi sapeva ballare il valzer o il tango riscuoteva più successo presso le ragazze che frequentavano “l’Akimbo” o “L’Angelo Azzurro” di Roseto. Il ballo era il pretesto per avvicinare le ragazze e poi di lì eventualmente partire per una relazione affettiva o amorosa. E…galeotto fu il Tango, m’innamorai! … M’innamorai di Mauro D’amico, il più intraprendente, il più talentuoso del gruppo di ballerini provenienti da Loreto. Tra l’altro io avevo bisogno di un assistente e scelsi lui. Cominciò così, prima ad assistermi durante le lezioni e poi, cominciammo a studiare sui libri di tanti maestri. Mentre lui, da geometra, si studiava i passi, io pensavo alle coreografie, in perfetta armonia lavorativa.
Da un primo gruppo di bambini che frequentavano la scuola vennero fuori dei bravi ballerini tra cui Berardinucci Irene e Roberto che furono la prima coppia di punta dell’allora “Liscio ‘80” che costituì l’embrione per l’avvento della Said’a Dance. Mauro per sue necessità dovette ritirarsi dalla scuola ed io feci il primo saggio come “Liscio 80” nel teatro della scuola di Nostra Signora del Ravasco di Pescara. Dopo quello spettacolo, dove avevo sia i bimbi che gli adulti, oltre al ballo di coppia cominciai a fare attività di ballo di altro genere che presupponeva una propedeutica al movimento e alla coordinazione.
Dopo questo saggio raggiunsi, per amore, Mauro a Riyad, in Arabia Saudita, dove lui si era trasferito per lavoro. Per sei anni insegnai nella scuola media italiana a Riyad, dove oltre alla materia artistica avevo inserito anche il ballo ed altre attività che si ricollegassero alla cultura italiana. Nelle attivitá pomeridiane misi su dei gruppi di ballo tipici italiani come la tarantella ed allestii anche una coreografia su una musica veneziana che evocava l’andar per canali delle gondole di Venezia. Queste musiche e queste coreografie rappresentavano a Riyad la cultura e lo spirito dell’Italia. Lo spettacolo andò in onda nel primo canale arabo riscuotendo un bel successo. Fruitori della scuola erano famiglie italiane con genitori somali dal sangue misto e c’erano anche ragazzi arabi ma non saudiani poiché i sauditi avevano ovviamente le loro scuole, con una netta separazione tra maschi e femmine mentre noi avevamo classi miste. In ogni caso riuscii a metter su un gruppo di ragazzi arabi che venivano ad imparare il ballo di coppia liscio e sala. Conclusa l’esperienza in Arabia Saudita, dopo sei anni, io e Mauro tornammo in Italia, a Loreto. Nasce cosi Said’a Dance, all’inizio come un semplice Gruppo Sportivo. Intanto avevo cominciato ad insegnare al Liceo Artistico mentre Mauro andava a lavorare in Provincia come geometra. Mi chiamò allora Giovanni, un ex alunno della scuola di ballo, chiedendomi di rimetter su i corsi. Fu così che, dalla passione di 12 loretesi, naque Said’a Dance, il 18 settembre del 1985.
Il nome esotico richiama, allora, l’Arabia saudita?
Certo, Said in arabo significa Signore, mentre saida Signora, inoltre, d con apostrofo sta per D’amico e D’Agnese iniziali dei nostri rispettivi cognomi. Con i soci fondatori si decise di ideare un qualcosa che rappresentasse i creatori di tutta questa fantastica avventura. Said’a Dance nasce come luogo fisico al “Il Poggetto”, un ristorante che ha preso poi il nome di “Le Due Querce”, oggi “Biancavilla”, che si trova a Collecorvino. Lì cominciamo a fare lezioni di liscio e studiavamo con diversi maestri a livello regionale e nazionale per aggiornarci. Facemmo degli esami all’ANMB (Associazione Nazionale Maestri di Ballo) e lì prendemmo il diploma, riconosciuto anche dal CONI, come attività artistica e sportiva insieme. Al Poggetto cominciammo a formare dei gruppi di bambini ed adulti e da lì nacquero diverse coppie per poter partecipare a gare regiona- li e interregionali. Coppia di punta fu, ad esempio, Samy D’Amico e Valeria Franchi, ballerina storica di mio figlio. Intanto i gruppi crescevano e, periodo d’oro, fu quello degli anni ’90 con l’apertura di varie sedi a Loreto, Torre de Passeri, Bolognano e Montesilvano. Da queste sedi sono venute fuori diverse coppie che hanno ottenuto risultati eccellenti in varie gare regionali, nazionali e perfino internazionali. Molte di queste coppie da bambini sono poi diventati bravi ballerini adulti di livello nazionale. Subentrò successivamente la coppia di mia figlia Lamia, che, come primo partner di ballo ha avuto proprio tuo figlio Giacomo, poi Antonio ed infine suo fratello Samy. Le discipline erano: liscio, ballo da sala, standard, latino-americano, caraibico. Samy e Lamia hanno avuto successi strepitosi a livello nazionale ed internazionale e sono vice campioni della federazione Internazionale per liscio, ballo da sala, standard, tango, valzer inglese, fox- trot, quickstep ecc. Poi è arrivata Manola D’Alessandro, moglie di Samy, per la disciplina caraibica, salsa merengue e baciata e quindi arriviamo ai giorni nostri dove l’Associazione ha inserito altri corsi per la disciplina della danza classica, moderna, il pop, ma anche lo swing e le danze ottocentesche, facendo anche degli stages di classica con l’étoile Oriella Dorella. Attualmente la Said’a Dance è forse la scuola migliore di danza per l’Abruzzo e, se non altro, la più longeva. Le sale che ospitano i corsi di danza sono ampie e progettate proprio in funzione del nostro sport, così tanto apprezzate da essere oggetto di collaborazione con altre Asd del territorio, soprattutto per quanto riguarda la danza classica.
Ovviamente, con le difficoltà create dalla pandemia, chi non aveva solide radici è stato costretto a chiudere battenti, ma di questo ti parlerà Samy, che da Presidente dell’associazione, sta proseguendo il percorso ultraventennale ravvisando la necessità di un cambio generazionale anche in questo campo.
Samy, allora parlami tu di questo ultimo periodo legato alla pandemia
Stiamo vivendo un momento storico incredibile ed a tratti assurdo, qualcosa che nel bene e nel male rac- conteremo ai nostri nipoti. Il regime di emergenza che ci troviamo come sfida economica, sociale e psicologi-
ca, da oltre un anno, sta mettendo a dura prova tutti noi: limitazioni alla quotidianità, difficoltà economiche, attività chiuse e a rischio di fallimento, la scuola da casa… qualcosa di totalmente nuovo a cui non eravamo preparati, ma che forse nessuno aveva mai immaginato. Nemmeno lo sport è esente da queste limitazioni e da queste difficoltà. Era febbraio 2020, e nelle nostre sedi operative si colloquiava di quello che poi ci avrebbe costretti ad una chiusura momentanea. Gli iscritti ed i genitori dei minori si chiedevano cosa potesse succedere, mentre io ed il gruppo dirigente dell’associazione riflettevamo su come non interrompere i corsi sportivi. Settimane di fatica mentale per cercare scuciture ed interpretazioni normative a cui aggrapparsi per non fermare gli allenamenti. Abbiamo tenuto duro fino al 7 marzo 2020, momento in cui i timori dei nostri atleti e rispettive famiglie ci hanno indotto a prenderci una pausa; poche ore dopo arrivò il lockdown. Dapprima prendemmo la cosa come una “vacanza imprevista”. Coi ragazzi ai quali non avevamo avuto nemmeno modo di dire “ciao, ci vedremo tra qualche settimana, fate i bravi…” iniziò un via vai di messaggi scritti, vocali e video, con la promessa di ripartire a breve. -Saranno un paio di settimane, vedrete- ci dicevamo…Nei tre mesi di stop, con i numerosi istruttori che Said’a Dance Asd aveva incaricato nel 2020, si ragionò anche sull’opportunità di svolgere lezioni online per continuare in parte quanto avviato, ma non ce la sentimmo. Siamo persone che condividono una passione “concreta, reale, fisica”. Farla da un monitor proprio non ci emozionava. Per farla breve, arriviamo a fine maggio 2020, o i primi di giugno, e finalmente possiamo riprendere qualche allenamento solo con gli atleti agonisti ma senza contatto tra loro. Una grande limitazione, non c’è che dire, ma non ci siamo arresi alla difficoltà e siamo ripartiti con quel poco che era possibile. “La danza sportiva andava portata in salvo”, direbbe una vecchia pubblicità.
Rivedere i ragazzi varcare la porta delle sale, dopo un distacco che mai era successo con loro, è stata una emozione profonda. Rivederli muoversi a suon di musica, salutarsi con gli occhi lucidi e resistere ad un umano e spontaneo abbraccio che i protocolli vietavano, rilanciarsi a capofitto negli allenamenti con la speranza di partecipare ad una gara… che bello essere sportivi!
Le difficoltà non sono mancate: protocolli e regole, pulizie e sanificazioni, timori e paure erano sempre in agguato. Tuttavia, almeno per una parte dei nostri corsi l’estate 2020 è trascorsa allegramente ed intensamente. Con l’autunno, poi, sono ripresi quasi tutti i corsi ad esclusione delle danze di coppia amatoriali, riuscendo anche a svolgere un saggio all’Auditorium Flaiano di Pescara. Nessuno ci credeva che fossimo così coraggiosi ed incoscienti, tant’è che è stato l’unico spettacolo di tutta la stagione almeno per la Provincia di Pescara. L’inverno ci ha rimessi a dura prova. Le nuove limitazioni hanno bloccato tutti i corsi non agonistici. L’avvio alla danza, per i bimbi di 4-8 anni, la danza amatoriale per gli adulti, i corsi finalizzati al benessere fisico… tutti fermi! Solo la componente federale, che vede 50/60 ragazzi iscritti in Federazione Italiana Danza Sportiva, ha potuto continuare, contro gli oltre 250 soci attivi della stagione. Come se non bastasse, i timori delle famiglie, la DAD e varie vicissitudini ci hanno imposto quasi due mesi di nuova interruzione. Siamo testardi, perché gli sportivi agonisti non devono mollare mai, e abbiamo continuato a guardare l’obiettivo: Said’a Dance Asd propone lo sport della danza sportiva, in particolare le danza caraibiche, con il fine di portare i bimbi e ragazzi adolescenti in competizione, con la volontà di dare loro molto altro ancora. Alleniamo ballerini ma, soprattutto, cresciamo delle persone. Ci troviamo in questo periodo a vedere grandi sofferenze in questi giovani, la costrizione in casa, la DAD, i divieti e limitazioni portano in loro grandi fatiche e angosce. Alcuni di loro non hanno voglia di vestirsi, altri non mangiano, altri non dormono… ma nessuno di loro vuole smettere di fare sport! E allora dobbiamo curare la loro anima, oltre che il loro gesto atletico, per riaccendere la fiamma che deve essere dentro ogni giovane atleta per divenire un adulto migliore per il loro domani.
Finalmente arriva il mese di marzo 2021, un anno di fatiche dove lo staff Said’a dance ha combattuto insieme agli iscritti, e si torna in gara. Riccione, 19-20-21 marzo, la FIDS ha in calendario la prima competizione in era Covid. Noi ed i nostri atleti non ricordavamo nemmeno come ci si vestisse per andare al palasport, non ricordavamo quale emozione si provasse… eppure c’eravamo! Dobbiamo tutto a loro, va detto: ragazzi che non hanno mollato e si sono allenati senza sapere quando avrebbero gareggiato, soltanto fidandosi delle nostre promesse, delle nostre parole che dicevano “forse il mese prossimo, dovete essere pronti, forse il mese dopo ancora.. alleniamoci!”. E così è stato. Tre giorni a Riccione, affittando un pulmino 9 posti che ha fatto ogni giorno su e giù per accompagnare gli atleti e riportare a casa le medaglie. Soddisfazione, emozione, passione, gioia e qualche lacrima, ma il lavoro compiuto ha dato i suoi frutti. I ragazzi Said’a Dance Asd sono scesi in pista con onore, coraggio e determinazione, permettendo in ogni categoria di accedere alla fase finale, di salire sul podio e conquistare medaglie d’oro. In ogni categoria in cui c’erano iscritti di Said’a, con a fianco la bandierina dell’Abruzzo, questi dimostravano il loro talento e la loro forza. I nostri sono stati, sembra, i miglior portacolori della regione!
Posso dire, con orgoglio, che Said’a Dance Asd è composta da soci, atleti e istruttori, famiglie di indubbia qualità sportiva… sembra quasi un sogno poter coordinare una equipe che restituisce più energia, passione ed emozione di quanto ognuno di noi infonda. Questo anno Covid ci ha messo a dura prova, è vero, ma l’esperienza della carriera agonistica di oltre 20 anni svolti personalmente, con gli insegnamenti dei tanti maestri ed allenatori che ho conosciuto, insieme al carattere di tutti i componenti di Said’a Dance ci ha permesso di superare le difficoltà e non crollare.
Insomma per dirla con Vincent Van Gogh: Il miglior modo di amare la vita è amare molte cose.
di Gianfranco Buccella