PENNE – Non si firma, ma evidentemente parla a nome del Pd, visto che le sue riflessioni sono pubblicate sulla home page del sito ufficiale del partito pennese di Bersani.
Definisce “avvoltoi” chi invoca il dissesto finanziario, e svela, dopo dieci anni di attesa, i nomi dei responsabili del disastro amministrativo in salsa pennese. “Da qualche tempo non si parla che di dissesto. Il dissesto finanziario s’intende! Perché quello mentale è già in corso da diverso tempo”: è il prologo iniziale. Secondo il Pd, i pennesi sarebbero malati di mente, e l’autore dell’articolo, in stile “soviet”, sposta la riflessione sul piano politico: guai infatti a pensare diversamente dal regime. “Sembra che il dissesto sia una opportunità per far fuori chi ha vinto le elezioni addebitando ad essi tutte le traversie – scrive il Pd – i debiti ed i malanni che da anni imperversano sull’amministrazione comunale di Penne. Debiti, debiti in bilancio e fuori, causati da amministratori che qualcuno, improvvidamente, riferisce all’area politica che oggi amministra la città ma che, forse a causa di una sospetta memoria corta, dimentica, o fa finta di dimenticare, essere composta anche di personaggi che siedono oggi sui banchi dell’opposizione”. Per il Pd di Penne, dunque, le responsabilità dell’eventuale dissesto finanziario sono tutte da addebitate a chi oggi è seduto sui banchi dell’opposizione: Ferrante, Bianchini, Di Simone, Tresca e Giovanni Severo. Ma ci crederanno i pennesi? Il Partito democratico elimina ogni dubbio di interpretazione: “E’ una classe politica – riferendosi all’opposizione – che, a ben vedere, appartiene a quasi tutti gli schieramenti politici che negli ultimi dieci anni hanno governato Penne. Dissesto, quindi. Evocato da qualcuno come se si trattasse di una soluzione ai problemi cronici della città e non invece di una disgrazia che, se dovesse verificarsi, colpirebbe duramente tutti e, in principal modo, i più deboli. Chiunque altro avrebbe trovato le stesse difficoltà e si troverebbe oggi con gli stessi problemi”. Il Pd illustra gli effetti negativi del dissesto, omettendo, per ragioni politiche, di citare le norme dell’ultimo decreto legge approvato venerdì dal Governo: “Un intervento commissariale demolirebbe ogni intervento sociale, aumenterebbe al massimo tutte le tasse e le tariffe e imporrebbe la mobilità ai dipendenti comunali, lasciando alla gestione politica solo l’ordinaria amministrazione. Auspicare il dissesto del Comune di Penne, come qualcuno ha chiesto ufficialmente e come qualcun’altro continua ad evocare con terroristici articoli di stampa, non è altro che fare politica avendo a cuore soltanto il proprio tornaconto di bottega ed infischiandosene di quello che potrebbe accadere al tessuto più debole della comunità”. Il Partito democratico conclude annunciando che non ci sarà nessun dissesto finanziario per il Comune: “Il Partito Democratico farà anche l’impossibile per continuare a garantire, pur tra le molte difficoltà, una gestione politica della cosa pubblica che non sia quella “lacrime e sangue” di un eventuale commissariamento del Comune. Con sommo dispiacere di tutti gli avvoltoi che continuano a volteggiare attorno al campanile di San Domenico”. Ricordiamo che questa amministrazione comunale è stata sostenuta dagli ultimi quattro sindaci (De Fabritiis, Marcotullio, Fornarola e Di Marcoberardino) che hanno amministrato la città di Penne e che oggi, il Pd, ha definito estranei al dissesto economico e morale della città. È possibile che Bianchini, Tresca, Di Simone, Ferrante e Severo abbiamo causato tutto questo disastro?