PENNE – Grandi manovre “politiche” nel palazzo dell’Arcidiocesi “Pescara-Penne”. All’orizzonte ci sono nomine e promozioni. Nei prossimi giorni,l’Arcivescovo Tommaso Valentinetti dovrebbe annunciare il nome del nuovo Vicario Generale; prenderà il posto del compianto Giuseppe Comerlati, il parroco di Villa del Fuoco scomparso recentemente.
I nomi dei presuli che circolano nell’ambiente episcopale sono due: don Giorgio Moriconi, attuale sacerdote della Parrocchia pennese di San Domenico e uomo di fiducia del Vescovo, e don Vincenzo Amadio, l’ex Vicario Generale durate la gestione di Monsignor Francesco Cuccarese. Quest’ultimo, però, non avrebbe buoni rapporti con Valentinetti. La nomina “intuitu personae” spetta sempre all’Arcivescovo, che in questi giorni ha avviato le consultazioni. Il Vescovo si sta battendo per individuare fondi per i lavori nel Museo Diocesano e di Arte Sacra di Penne, essendo la Curia proprietaria dell’immobile: ha incontrato il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso e il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano. La struttura è chiusa al pubblico a causa delle tante infiltrazioni di acqua. Cittadini e fedeli hanno promosso una petizione affinché, sostengono, la struttura venga riaperta. La città di Penne, con la sua millenaria storia religiosa, a quanto pare, nella Diocesi vescovile pescarese, sembra non avere più peso (dopo averne avuto la sede a partire dal V secolo e sino alla metà degli anni 80) e le attività religiose locali si sono notevolmente affievolite rispetto al passato; resiste solo un movimentismo cattolico legato al volontariato. Nulla di più. Dopo la morte di don Armando Salerni, come è noto, la Chiesa di Penne ha perso anche il suo Abate; l’indicazione (onorifica) spetterebbe farla ai sacerdoti pennesi, che sinora non si pronunciano. Attualmente operano sul territorio comunale 8 parrocchie, riconosciute civilmente; tre svolgono attività pastorale. Si attende anche una riforma interna, in stile spending review. Infine, oggi ci sono pezzi del patrimonio immobiliare della Curia in vendita o ceduti: i conventi di Colleromano e Sant’Agostino ne sono l’emblema.