Paul Klee o Bruno Ceccobelli?

Museo Penne
Museo Penne

Al museo d’arte moderna esposto anche un mistero. Perché almeno 17 dipinti della donazione Galluppi hanno autori incerti. Ma con tanto di valore. Dal Comune un silenzio imbarazzato

PENNE – Su 55 opere donate nel 2003 da Giovanna Vallauri, la vedova del diplomatico Enrico Galluppi (morto nel ’98), all’amministrazione pennese diretta dal sindaco Paolo Fornarola (testimone all’atto pubblico il compianto arazziere Fernando Di Nicola; nel 2000 però la donazione fu accettata dall’amministrazione Marcotullio), almeno 17 sono di incerta attribuzione: lo sostiene Gian Carlo Bojani, l’esperto curatore del museo d’Arte Moderna e Contemporanea.

Altre otto opere erano destinate, a detta di Bojani, nel museo civico diocesano, chiuso a causa delle conseguenze del sisma del 6 aprile 2009. Sull’atto notarile redatto dal notaio Paolo De Agostini non c’è la perizia di stima delle opere. E così nel catalogo, venduto a 15 euro dal MAMeC, sono descritte solo trenta opere dall’anno scorso esposte in due sale: fanno parte della collezione Galluppi, capolavori del Novecento italiano. I dipinti problematici, da Klee ad Appel, da Michele Cascella a Joan Mirò a Balla fino a Permeke, sono infatti posizionati in un apposito compactus facilmente consultabile nel museo, anziché accantonati in un deposito.

Ne deriva che la Fondazione pennese Musei e Archivi onlus (Musap) dispone di un fondo di dotazione, formato anche dalla donazione Galluppi in uso per trent’anni, che però non può essere pari a quel milione e 188 mila euro iscritto nell’atto di conferimento comunale, ma tanto al di sotto. La questione ha aspetti tecnici da non sottovalutare in una vicenda che pare gestita alla pennese maniera. Tutto parte da una delibera della giunta D’Alfonso datata 15 dicembre 2011 con cui si descrivono i lavori ospitati dal museo ed i relativi valori di stima.

Il pezzo più pregiato sarebbe quello attribuito a Paul Klee, un artista monumentale, tra i maggiori esponenti dell’astrattismo. Dal Comune si apprende che vale 120 mila euro. Ma se l’olio su tela fosse davvero dello svizzero morto sessantenne nel ’40, al quale Berna dal 2005 dedica un museo esclusivo, varrebbe molto ma molto di più.

Del caso sa abbastanza Gian Carlo Bojani, fanese, critico d’arte, già direttore dei musei di Faenza, Pesaro ed Urbania, l’uomo che ha curato il percorso del MAMeC pennese, componente il comitato scientifico della Fondazione, presieduto dal professore pennese Francesco Paolo Di Teodoro. Parole chiare, le sue:”Le opere non descritte nel catalogo dell’inaugurazione sono state considerate molto dubbie, cassate praticamente. Siccome a Penne c’era qualcuno che non accettava la perizia ultima di Enrico Crispolti, le opere non sono state ritirate dalla vedova Galluppi, come sarebbe stato preferibile. La signora Vallauri non ha eccepito nulla alle obiezioni ricevute, in quanto sapeva benissimo come il marito lavorasse da patriarca: comprava ovunque e qualsiasi cosa avesse qualche interesse perché poi, specie dopo essere andato in pensione, si divertiva un sacco a giocare alle attribuzioni: giornate intere così passate!”.

Sull’opera di Klee, ecco emergere un’ipotesi. “La cosa interessante-rivela Bojani che ha orientato la vedova Galluppi ad operare la donazione in favore di Penne- è che l’opera cosiddetta di Klee potesse essere invece di Bruno Ceccobelli, noto stimatissimo pittore umbro vivente; perché al dire di Crispolti il Ceccobelli talora parrebbe si divertisse, non certo a fare dei falsi, ma a comporre delle varianti di opere di autori celebri”. E’ per questa ragione, spiega Bojani (“non ricordo di aver fatto io comunque le valutazioni”: risulta un pagamento in suo favore del Comune pari a 2.690 euro per consulenza, catalogazione e valutazione delle opere destinate al museo), che i quadri non ritenuti di attribuzione credibile, fatta dal Galluppi, sono da considerare “sub judice” e perché chiunque potesse dire la sua. “Avrei voluto spiegare io stesso tutto questo, ma poi con il cambio delle amministrazioni la cosa è andata a finire nel dimenticatoio”.

C’è da capire allora come sia stato possibile che opere sospettate di essere false, abbiano avuto una stima così elevata. Banali “croste” non possono raggiungere quotazioni di quel livello e, per contro, originali con autentica sarebbero stati davvero a buon mercato. Ma per Bojani ora “conta solo il catalogo del 2011. Non so cosa si faccia in questi casi, se cioè rivada fatta la pratica dell’assegnazione temporanea dei beni rivalutandoli almeno prudenzialmente…Occorre presentare un quesito all’amministrazione comunale”. Silenzio da parte del Comune. Sollecitato a spiegare anche dal professor Francesco Paolo Di Teodoro, presidente del comitato scientifico. Intanto, la domenica il museo d’arte moderna e contemporanea è chiuso al pubblico. Dunque anche ai pennesi che non pagano l’ingresso, ma che non frequentano molto i musei cittadini.

OPERE ESPOSTE E STIME

Bartolomeo Pinelli “Costumi romani”, olio su tela: 8 mila
Gaspare Traversi “Mangiatore di spaghetti”, olio su tela: 15 mila
Anonimo sec.XVIII “Veduta di Roma da via Flaminia”, olio su cartone: 10 mila
Giacinto Gigante “Marina”, olio su tela: 10 mila
Giuseppe Palizzi “Bosco con cacciatore”, olio su tela: 35 mila
G.Palizzi “Bosco”, olio su tela: 35 mila
Filippo Palizzi “Natura morta”, olio su tela: 30 mila
F.Palizzi “Natura morta”, olio su tela: 30 mila
Michele Cammarano “Veduta di Orvieto”, tempera su compensato: 12 mila
Onorato Carlandi “Gregge con pastore”, acquerello su carta: 6 mila
Antonio Mancini “Ritratto di donna”, olio su tela: 15 mila
A.Mancini “Figura femminile”, olio su tavoletta: 12 mila
Vincenzo Gemito “Busto di donna”, olio su cartone: 10 mila
Osvaldo Bigioni “Ritratto di bambina”, olio su tela: 12 mila
O.Bigioni “Ragazza”: 8 mila
O. Bigioni “Paesaggio”: 12 mila
Nicola Eugenio D’Antino “Figura di donna” , bronzo: 30 mila
Filippo De Pisis “Scrittoio”, olio su legno: 35 mila
Mario Mafai “Bozzetto Ripetta Lungotevere, olio su legno compensato: 35 mila
M.Mafai “Ritratto di Enrico Galluppi”, olio su tela: 40 mila
M.Mafai “Natura morta con la tuba”, olio su legno: 30 mila
Ennio Morlotti “Vegetazione”, olio su tela: 30 mila
Carlo Barbieri “Nudo di donna”, olio su tela: 10 mila
Orfeo Tamburi “Ragazza dormiente”, olio su tela: 12 mila
O.Tamburi “Vaso di tulipani gialli”, olio su compensato: 10 mila
Luigi Montanarini “Composizione astratta”, olio su carta: 8 mila.
Enzo Bonori “Composizione astratta”, olio su carta: 8 mila
Carlo Mattioli “Paesaggio”, olio su cartoncino: 15 mila.
Nicola Palizzi “Senza titolo”, olio su tela: 25 mila

DIPINTI FUORI CATALOGO (SUB JUDICE) E VALUTAZIONI

Karen Appel “”Senza titolo”, olio su compensato: 35 mila
K.Appel “Senza titolo”, olio su legno: 35 mila
Carlo Barbieri “Tre fanciulle”, olio su tela: 12 mila
Umberto Boccioni “Senza titolo”, olio su tavoletta: 50 mila
Luigi Montanarini “Fiori”, olio su cartoncino: 8 mila
Michele Cascella “Paesaggio”, olio su compensato: 8 mila
M.Cascella “Paesaggio”, olio su tela: 8 mila
Francesco Messina “Cavalli”, multiplo: 5 mila
Constant Permeke “Senza titolo”, olio su tavola: 35 mila
Scipione (Nino Bonichi) “La piovra”: 40 mila
Mario Sironi “Paesaggio”: 35 mila
Enrico Prampolini “Composizione astratta”, olio su tavola: 12 mila
Maurice Iutrillo/Federico Zandomeneghi “Parigi”, olio su tela: 65 mila
E.Prampolini olio su cartone: 10 mila
Joan Mirò olio su carta: 80 mila
Giacomo Balla olio su carta: 10 mila
Paul Klee olio su tavoletta: 120 mila

OPERE DESTINATE AL MUSEO CIVICO

Anonimo sec.XIX “Santo con barba”, olio su tela: 6 mila
Anonimo sec.XIX “Monaco”, olio su tela: 5 mila
Anonimo sec.XIX “San Francesco”, olio su tela: 5 mila
Anonimo sec.XIX “Cosma e Damiano”, olio su tela: 5 mila
Scuola napoletana “Arcangelo”, olio su tela: 4 mila
Anonimo sec.XIX “Santa con velo azzurro”: 4 mila
Anonimo sec.XIX “Santa Monaca”, olio su tela: 4 mila
Anonimo sec.XIX “Santa con crocifisso”, olio su tela: 4 mila.

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